“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza” così recita il 1° dei trenta articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo firmata a Parigi il 10 dicembre del 1948. A settanta anni di distanza, nell’ambito del del Premio Anassilaos, l’evento sarà ricordato con un incontro che si terrà presso la Villetta De Nava della Biblioteca Comunale giovedì 8 novembre alle ore 16,45, con l’intervento del Prof. Antonino Romeo. Nel corso della manifestazione saranno letti gli articoli più significativi del documento. Pur costituendo più un punto di partenza che un punto di arrivo – e di ciò erano consapevoli gli estensori che nel preambolo sottolineavano come la Dichiarazione fosse “ un ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale” – e un obiettivo ancora da raggiungere visto che le violazioni dei diritti umani continuano ad essere ancora perpetrate ai nostri giorni, tale Dichiarazione è, senza dubbio, “un atto della più alta importanza” come ebbe a definirlo Papa Giovanni XXIII nella “Pacem in Terris”, meritevole di attenzione e riflessione, perché ha “segnato un passo importante nel cammino verso l’organizzazione giuridico-politica della comunità mondiale” (Pacem in Terris). Un ruolo importante nella Dichiarazione svolse Eleanor Roosevelt nella sua qualità di capo della Commissione per i Diritti Umani dell’ONU. Nel presentare all’Assemblea Generale la formulazione poi approvata dopo non pochi contrasti Ella disse “Ci troviamo oggi alla soglia di un grande momento nell’esistenza delle Nazioni Unite e dell’Umanità. Questa dichiarazione potrebbe diventare la Magna Carta internazionale, per ogni uomo ed in ogni luogo”.