La Squadra Mobile di Padova ha concluso un’ operazione di Polizia su un sodalizio criminale dedito alla commissione di un numero indeterminato di delitti in materia di falso ideologico e documentale e correlati a delitti contro la fede pubblica, l’amministrazione della giustizia e in materia di immigrazione. All’alba di oggi sono state arrestate, in esecuzione di misure cautelari emesse del G.I.P. di Padova su richiesta del Sost. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Padova dott. Sergio Dini, tre persone ( un uomo ed una donna italiani una cittadina romena) che, formando falsa documentazione comprovante dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato in realtà inesistenti, consentivano ai beneficiari della stessa di ottenere indebite utilità: permessi di soggiorno per stranieri, prestazioni assistenziali assicurate dall’INPS e l’ammissione a pene alternative alla detenzione.
L’indagine é scaturita dall’intuito investigativo dei poliziotti, che nell’ambito di un’ attività finalizzata alla repressione dei reati contro il patrimonio posta in essere dalla stessa Squadra Mobile nel corso del 2017, avevano osservato che alcuni soggetti stranieri, per lo più albanesi, indagati e arrestati per furto in abitazione dagli stessi investigatori patavini, avessero ottenuto il rilascio del permesso di soggiorno in quanto assunti da diverse società facenti capo ad uno stesso imprenditore padovano 77enne, assunzioni che, pur apparendo formalmente regolari, risultavano invece insussistenti e finalizzate al mero ottenimento del titolo di soggiorno. Grazie alle informazioni ed ai riscontri ottenuti veniva quindi avviata un’attività di indagine, anche di natura tecnica, che ha permesso di delineare la struttura di un sodalizio criminale, composto dall’imprenditore padovano ed altre due persone, un uomo padovano 60enne e una donna rumena 61enne, i quali sono risultati essersi associati tra loro, e con altri, allo scopo di commettere un numero indeterminato di delitti in materia di falso ideologico e documentale e correlati delitti contro la fede pubblica, l’amministrazione della giustizia ed in materia di immigrazione.
Le indagini hanno dimostrato che l’imprenditore padovano ha assunto, formalizzando la posizione presso la Camera del Commercio e Artigianato di diverse province, la figura di amministratore unico di diverse società a responsabilità limitata, tra le quali la A. S.r.l., A. S.r.l., F. S.r.l., M. C. I. S.r.l., T. S.r.l. e W. F. L. S.r.l., tutte società di fatto non operative in quanto non svolgono alcuna attività economica. Quindi, con la collaborazione della donna, il cui ruolo è risultato essere quello di procacciare numerosi soggetti, tutti stranieri e disponibili a formare false pratiche, mediando tra questi e lo stesso imprenditore nonché dell’uomo la quale, grazie alla sua figura professionale di consulente del lavoro, utilizzando le credenziali presso gli enti pubblici, si occupava delle operazioni di creazione ed elaborazione dei documenti e delle attestazioni, hanno formato una serie indeterminata di falsi contratti di assunzione a tempo indeterminato, registrando tali atti presso i Centri per l’impiego territoriale, formando e stampando i cedolini degli stipendi teoricamente pagati ai dipendenti e comunicando all’INPS, per via telematica, i contributi figurativi calcolati sui redditi (fittizi); quindi formando una serie di atti e documenti, tutti ideologicamente falsi ed aventi effetto giuridico, che simulano una rapporto di lavoro, in realtà inesistente, tra una pluralità di soggetti e le società riconducibili all’imprenditore 77enne.
I soggetti beneficiari della falsa documentazione, utilizzavano poi la “falsa posizione lavorativa e contributiva” per commettere una serie indeterminata di reati fine, quali l’ottenimento di permessi di soggiorno per stranieri rilasciati per motivi di lavoro, indebite prestazioni assistenziali dall’INPS (indennità di disoccupazione, di maternità, ecc.), l’ammissione a pene alternative alla detenzione.
L’attività di indagine ha portato ad accertare un danno di circa 81.000 ai danni dell’INPS. La fase “operativa” delle indagini si è conclusa col deferimento all’A.G. procedente anche di tutti i 74 soggetti beneficiari delle false documentazioni. A riscontro dell’attività, il G.I.P. presso il Tribunale di Padova, a conclusione di una prima fase delle indagini, ha emesso ordinanze di custodia cautelare in carcere e un’ordinanza di arresti domiciliari, nei confronti dei tre soggetti L’esecuzione dei provvedimenti di cui sopra sono stati eseguiti alle ore 7.00 odierne.
fonte — http://questure.poliziadistato.it/Padova/articolo/14165bd8a1c1bfec7343093303