Regione Calabria, il consigliere Alessandro Nicolò sui fondi UE

“I dati negativi sulla crescita del Pil nell’Europa del Sud negli ultimi dieci anni e le prospettive di tagli alle politiche agricole ed ai fondi di coesione – così come dichiarato nel corso dell’Assemblea plenaria dei presidenti dei Consigli regionali a Reggio Calabria – alzano il livello di preoccupazione rispetto al futuro delle aree economicamente più fragili come la Calabria”. È quanto afferma il consigliere regionale Alessandro Nicolò che sottolinea: “Se l’orientamento di Bruxelles è quello di un arretramento dell’Unione con la riduzione del confinamento europeo, significa che le Regioni non sono riuscite a governare i processi, che le politiche fin qui attivate non hanno centrato gli obiettivi della crescita né sono riuscite ad assicurare quella svolta e quel valore aggiunto per le aree più depresse”. “In Italia l’eccesso di burocratizzazione e la lentezza sono stati il tallone d’Achille assieme all’utilizzo dei fondi strutturali come fondi ordinari e tante, troppo volte, si è registrato il disimpegno automatico con l’obbligo di restituzione delle risorse non spese. A più riprese – prosegue – sono state stigmatizzate criticità che avrebbero imposto un diverso impulso e una differente gestione dei processi”. “In futuro se la linea sarà confermata, gli effetti saranno devastanti soprattutto per il Mezzogiorno e per la Calabria, Mezzogiorno del Mezzogiorno. I tagli del 10% al Pac – afferma l’esponente del partito di Giorgia Meloni – andrebbero poi a colpire soprattutto gli investimenti in agricoltura, settore che, assieme al turismo, dovrebbe costituire il volano per lo sviluppo e locomotiva della crescita dell’economia calabrese. Rispetto alla promozione e al sostegno dell’imprenditoria giovanile che nel settore ha guadagnato interessanti postazioni sui mercati, non è seguita la giusta attenzione da parte del Governo regionale e probabilmente si poteva fare molto di più in sinergia con l’Europa per sviluppare le potenzialità di un territorio dalla forte vocazione agricola e per dare impulso alla promozione ed alla commercializzazione di prodotti che vantano la loro peculiarità in settori strategici come l’olivicoltura e l’agrumicoltura”.  “Occorre un cambio di passo contro un’impostazione assistenzialistica e contro scelte improntante a logiche di consenso e clientelari che non produrranno crescita. Serve al contrario – rilancia il consigliere regionale – costruire un sistema economico-produttivo incentrato sull’imprenditorialità e sulle iniziative dei giovani che hanno scommesso di investire su questa terra e in agricoltura. Fra gli strumenti che dovrebbero essere meglio utilizzati anche le agevolazioni per l’insediamento di giovani in agricoltura, come il bando dell’Ismea che ogni anno prevede la concessione di contributi in conto interesse. Un’interessante misura che rappresenta una opportunità per i giovani che intendono diventare imprenditori agricoli”.  “La riflessione emersa alla Plenaria è soprattutto politica. Amministratori e funzionari pubblici – conclude Alessandro Nicolò – devono raccogliere la sfida che è stata lanciata e lavorare per la programmazione 2020-2027 affinché si garantisca celerità e qualità della spesa in settori strategici da cui dipende il futuro dei nostri territori e comunità”.

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