Gabriele Cirilli fa “esplodere” il Cilea. Buona la prima per l’Officina dell’Arte

Voleva vedere “il Cilea cascare di spettatori” e c’è riuscito Gabriele Cirilli, ieri sera, aprendo con il suo esilarante show “Mi piace” la nuova stagione teatrale dell’Officina dell’Arte. Sono due ore piene di puro spettacolo che attraversa tutti i generi del teatro comico: dalla commedia degli equivoci al cabaret, attraverso monologhi, canzoni e balletti per finire a massime che fanno riflettere. Come quella esistenziale che, alla fine, Gabriele fa commentando i suoi 50 anni che gli piacciono molto “perché me li sono guadagnati”. E’ difficile raccontare in poche righe quello che è riuscito a creare sul palco l’istrionico Gabriele accompagnato dall’attore Umberto Noto, coppia consolidata dal successo de “La Famiglia Addams – il musical”, nei panni del tecnico della Huawei. I due riescono a creare un racconto nel quale si spazia dai personaggi realizzati da Gabriele nella nota trasmissione Rai “Tale e quale show” per poi passare ad un esilarante test sul matrimonio, al pezzo che lo vede impegnato alle prese con le pulizie, alla “dipendenza” dai cellulari che scandiscono il ritmo del nostro quotidiano e il mondo della comunicazione 2.0 che sta influenzando e cambiando la vita e le abitudini di qualsiasi essere umano. E non mancano le “frecciate” a chi dovrebbe offrirci una società più giusta e, invece, ci incanta con le favole.

“Ho fatto 75 personaggi in tv, personaggi delle favole perché, sin da bambini, ci hanno convinto che dobbiamo abituarci a credere a questi racconti. Ed è una favola che l’Europa ci aiuterà nell’accoglienza dei migranti, che abbasseranno le tasse, che andrà tutto bene ma non era più credibile Cappuccetto Rosso?”.

Ma in Gabriele spicca l’amore e l’appartenenza a questo straordinario ma complesso Paese, difficile da dimenticare anche quando “andiamo all’Estero, partiamo per mete sconosciute ma poi, alla fine, torniamo sempre a casa. Torniamo in Italia” – postilla sorridendo l’attore.

E’ un Cirilli maturo che porta sulle spalle 30 anni di carriera artistica decisamente fatta bene ed è anche un marito e papà che sa “che ogni cosa in questa vita va guadagnata”. Come i suoi successi, tutti meritati e diciamolo, “sudati” perché non è semplice fare l’attore ed ironizzare su una quotidianità che, purtroppo, ha depauperato di sentimenti molti. Gabriele è un esempio di chi non ha avuto paura di sbagliare ma, soprattutto, di chi il successo lo vive ma fa finta che non ci sia ancora continuando la sua difficile “gavetta”. E sono gli applausi e la standing ovation finale a premiare un “Signore del teatro” che ha regalato a Reggio Calabria una grande lezione di vita.

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