Nicolò: “Al centro: il Sud”, riveste centralità assoluta nel programma da FDI

“Il tema prescelto per gli Stati generali di Fratelli d’Italia ‘Al centro: il Sud’, riveste centralità assoluta nell’ambito delle strategie essenziali di sviluppo del Paese ed in particolare del Mezzogiorno e della Calabria”. È quanto ha detto in apertura del suo intervento a Potenza, il consigliere regionale Alessandro Nicolò in occasione dell’incontro dove si sta dibattendo dei problemi che interessano e assillano il Sud ma soprattutto delle proposte in cui declinare una prospettiva di superamento delle criticità per un rilancio delle aree più depresse del Paese.

“Il titolo della sessione alla quale sono stato chiamato ad offrire il mio contributo è denso di suggestioni ed evoca una direttrice di sviluppo autenticamente coerente con le caratteristiche del Sud. Investire in bellezza è, a mio avviso, la ‘ricetta’ per una crescita sostenibile modellata sulle obiettive peculiarità di un territorio che ha una variegata ricchezza naturalistica ed ambientale, insediamenti archeologici d’interesse e una cultura antica da custodire e valorizzare”. “Tramontata l’epoca dello sfruttamento indiscriminato delle risorse che non sono infinite e la cui esiguità impone politiche di risparmio, riutilizzo dei materiali di scarto, recupero e risanamento ambientale, siamo ancor più consci che bisogna riprendere a guardare lontano partendo dalle nostre risorse e ricchezze naturali: mare, isole, laghi, montagne e paesaggi su cui comunità operose hanno costruito il loro progetto di sviluppo. Le buone idee non mancano, come non mancano le realtà virtuose e le esperienze pilota da emulare. Serve il coraggio e soprattutto la volontà politica di investire perché accanto alla bellezza sono necessari infrastrutture, turismo, lavoro e cultura. Dobbiamo dunque ripartire dall’essenza e scommettere sulle risorse che abbiamo a disposizione”.

“Bisogna superare la condizione di cronica fragilità ed inefficienza che caratterizza il sistema delle infrastrutture, dei trasporti e della mobilità nel Sud Italia, una delle grandi zavorre al suo sviluppo. L’assenza di infrastrutture e servizi, di luoghi dedicati alla cultura e al tempo libero incide pesantemente sulla qualità della vita dei cittadini, sul benessere, sulle opportunità e sulla stessa inclusione sociale con grave pregiudizio del welfare urbano. Gran parte dei segmenti dei settori ‘Infrastrutture e Trasporti’, specie in Calabria, non possiedono gli standard essenziali di qualità con conseguente nocumento del diritto alla mobilità dei cittadini e ripercussione negativa sulle potenzialità turistiche che al Sud dovrebbero costituire il motore privilegiato della crescita. In Calabria il sistema viario è obsoleto e insufficiente, basti pensare solo alla strada statale 106 che presenta gravi condizioni di pericolosità così come a quello aeroportuale che vede in particolare il ‘Tito Minniti’ in grande affanno sia rispetto ad un’offerta volativa per nulla allineata allo status di Città Metropolitana, qual è Reggio Calabria, che relativamente ai livelli occupazionali per i quali si registra grande preoccupazione.

L’importante infrastruttura, peraltro, in ragione della sua naturale collocazione potrebbe svolgere un ruolo baricentrico in un’area densamente popolosa che andrebbe efficacemente raccordata con i maggiori centri italiani e d’Europa dentro un più ampio sistema integrato dei trasporti che valorizzi anche i porti turistici e la crocieristica. Inoltre l’On. Nicolò ha evidenziato la necessità di grande attenzione nei confronti del Porto di Gioia Tauro, infrastruttura strategica per gli investimenti e le attività imprenditoriali e produttive, vocato ad agganciare i flussi di merci del Mediterraneo.

Occorre dunque programmare efficacemente gli interventi sui trasporti in un’ottica complessiva secondo le necessarie direttrici e sulla base delle priorità individuate. Un’attenta analisi del territorio risulta prodromica rispetto alla identificazione delle azioni che devono seguire studi di fattibilità ed occorre puntare soprattutto all’intermodalità, già intensamente sviluppata al nord Europa e lungo le direttrici nazionali del Nord Italia, e che qui, al contrario, è ancora una scommessa. Solo assicurando queste pre-condizioni si potrà dare linfa al turismo, leva strategica per l’economia e per le capacità produttive dell’intero Mezzogiorno. Il Sud può modellare le sue potenzialità su filiere differenziate: il turismo religioso, dei luoghi di culto e dei Santuari; il turismo escursionistico e di nicchia alla scoperta dei piccoli borghi; il turismo montano e marino.

In questo contesto, vista l’alta vocazione turistica del nostro territorio nonché una economia basata prevalentemente sull’ agricoltura, sarebbe auspicabile detassare totalmente per i primi 10 anni gli imprenditori operanti nel campo del turismo e dell’ agricoltura che avviano la propria attività favorendo processi occupazionali.

L’indotto legato alla crescita di questo segmento – se opportunamente coniugato ai principi di sostenibilità ambientale e di crescita armonica e compatibile con le vocazioni del nostro territorio – sarà in grado di generare ricchezza, produzione e soprattutto posti di lavoro stabili, abbattendo il triste primato che detiene il Sud del Paese in termini di livelli occupazionali. È questo l’orizzonte verso cui muoversi, promuovendo la cultura del lavoro contro un’impostazione assistenzialistica che in passato ha solo danneggiato il Mezzogiorno. La promozione della cultura intesa anche quale rispetto della ‘res pubblica’ e dunque del bene collettivo e della legalità quale principio fondante di una corretta convivenza civile costituisce infine la via maestra per costruire un futuro di sviluppo su basi forti e salde.

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