Manovra: De Luise (Confesercenti), “tre settimane di incertezza rischiano di frenare l’economia reale”

La Presidenza di Confesercenti: le imprese segnalano il rallentamento delle vendite, ristabilire la fiducia. “Non possiamo permetterci tre settimane in più di incertezza: non preoccupa solo i mercati, ma rischia di contagiare l’economia reale. La spesa delle famiglie è già in frenata, e le nostre imprese ci segnalano il rallentamento delle vendite. Il governo deve ristabilire la fiducia con una risposta chiara, autorevole e convincente alla Commissione Ue. Se possibile, in anticipo sui termini imposti: tre settimane in più di attesa rischiano di diventare un macigno sui consumi interni. È il momento di dissipare le incertezze. L’Italia deve senz’altro far valere le sue ragioni in Europa, ma può farlo solamente in un clima di collaborazione con la Commissione europea, facendo ripartire un dialogo costruttivo”. Così la Presidente nazionale di Confesercenti Patrizia De Luise, in occasione della Presidenza Nazionale Confesercenti. “L’obiettivo dichiarato della manovra è irrobustire lo sviluppo, ed è condivisibile in un Paese malato di bassa crescita. Non nutriamo pregiudiziali sul ricorso ad un maggior indebitamento per dare una scossa, ma dobbiamo rispondere ai nostri partner europei. Non c’è solo il deficit: anche la spending review può liberare risorse. Un taglio della spesa improduttiva sarebbe utile al Paese e convincerebbe Bruxelles. Ed eviterebbe di risolversi, come sempre, nell’aumentare le imposte su giochi, tabacchi e carburanti, aggravi ‘mascherati’ sui consumi distorsivi per il mercato e dannosi per le imprese”. “Per il resto, bisogna fare di più per la crescita”, continua De Luise. “La manovra, nonostante lo sforamento, ha poco impatto propulsivo. La rivoluzione fiscale è sparita: a parte lo stop all’IVA per il 2019, che è un mancato aumento e non una riduzione, gli unici tagli di imposta sono sull’IRES e nella flat tax. Un importante beneficio, che però andrà ad una platea ristretta: andrebbe alzato il tetto. Per il resto il ricorso al deficit, più che mirato ad investimenti ed espansione dell’economia, è assorbito da Quota 100 e Reddito di cittadinanza. Delle due misure solo l’ultima potrebbe avere un impatto espansivo, visto che dovrebbe riversarsi sui consumi di base delle famiglie. Anche questa spinta, però, potrebbe essere annullata se si sceglierà di imporre limiti troppo rigidi all’utilizzo. Si rischia un effetto impercettibile sui consumi, come è stato per Rei e Social Card”. “Per questo chiediamo al Governo di fare qualcosa di più”, conclude la Presidente di Confesercenti. “Le parti sociali devono essere propositive e in prima linea. Abbiamo preparato un documento di proposte con contributi per la semplificazione, per compensare fiscalmente gli effetti della deregulation sui negozi di vicinato, per la cedolare secca a canone concordato e per favorire il passaggio nelle imprese con la staffetta generazionale. Ma la priorità è l’alleggerimento fiscale per tutti, imprese e cittadini. È il fisco la zavorra che frena la nostra crescita: è arrivato il tempo di iniziare un piano progressivo, ma puntuale, di riduzione. O l’economia non tornerà mai a correre, né vedremo mai la ripresa dei consumi: di questo passo torneremo ai livelli precrisi solo nel 2021”.

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