(DIRE) Roma, 19 O tt. – Un murale di 80 metri quadrati di Giacomo Balla ritrovato dopo quasi 100 anni. È una “scoperta eccezionale” quella avvenuta durante la ristrutturazione di una palazzina della Banca d’Italia in via Milano 24, all’angolo con via Nazionale, un tempo sede del Bal Tic Tac, il primo cabaret futurista attivo a Roma negli anni Venti del Novecento. Nascosta nel tempo dietro carta da parati, tinteggiature, controsoffitti e anche da una boiserie che serviva probabilmente a esporre le appliques di un negozio di illuminazioni che per anni ha occupato il locale dopo la chiusura del Bal Tic Tac, l’opera originale dipinta a tempera da Balla è stata scoperta all’inizio del 2017 e, dopo un restauro ancora in corso eseguito sotto la supervisione della Soprintendenza speciale di Roma, guidata da Francesco Prosperetti, verra’ resa accessibile al pubblico. I locali del ritrovamento diventeranno infatti parte del Museo per l’educazione monetaria e finanziaria della Banca d’Italia, la cui apertura e’ prevista per la fine del 2021. Le pitture murali dai “colori aggressivi”, dal blu al rosso e il giallo, eseguite sulle pareti e sul soffitto del piano terra, incorniciano un rettangolo bianco che con ogni probabilità serviva a contenere uno schermo per le proiezioni cinematografiche che si tenevano al Bal Tic Tac, il mitico locale futurista inaugurato a fine novembre del 1921 da Marinetti e decorato e arredato da Balla. “Che questa decorazione di Giacomo Balla possa aver resistito al tempo e a tutte le trasformazioni di questi locali ha del miracoloso” per il soprintendente di Roma, Francesco Prosperetti. “Parlare del Bal Tic Tac significa parlare di una temperie che si scatena in questa città, in cui la modernità entra in maniera dirompente. È bellissimo scoprire a un secolo di distanza una Roma all’avanguardia”. In effetti, a trovarsi di fronte ai colori scelti da Balla per adornare l’ingresso del cabaret sembra quasi di vederlo il Bal Tic Tac, con i suoi arredi, le lampade e le attività più svariate che si svolgevano all’interno del locale. Dalla musica, che “in modo forse inconsapevole assomigliava al jazz”, alle serate dedicate alle letture, fino alle proiezioni. “Un’estetica totale di cui Balla era l’interprete attivo”, ha aggiunto Prosperetti che ha annunciato anche l’obiettivo “insieme alla Banca d’Italia e agli eredi di riaprire al pubblico la casa di Balla in via Oslavia”. Così, dopo quasi un secolo, Roma riscopre il suo primo cabaret futurista, rimasto aperto soltanto per circa un anno e mezzo. Oltre all’ingresso adornato dalla pittura di Balla, il Bal Tic Tac proseguiva al piano superiore. Gli studiosi del Futurismo sapevano che questi locali avevano ospitato il locale, ma non che contenessero ancora una testimonianza cosi’ importante nascosta sotto le trasformazioni successive degli spazi di via Milano. “Quando abbiamo trovato questo forte segno del destino di riportare alla memoria il Bal Tic Tac – ha raccontato Luigi Donato, capo dipartimento immobili Banca d’Italia – a noi è sembrato doveroso guardare all’arte come qualcosa di straordinario da conservare e valorizzare. Come abbiamo un notevole patrimonio archeologico, puntiamo adesso su questa valorizzazione con lo stesso senso di responsabilità sociale”.(Dip/Dire) 15:52 19-10-18
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