È quanto chiede il consigliere regionale Alessandro Nicolò. “Ancora nebuloso il futuro rispetto alla costruzione dei nuovi ospedali della nostra regione, attese e rinvii, che arrecano un vulnus alla salute dei cittadini in un comparto già segnato da carenze strutturali e croniche disfunzioni. Come è possibile che a queste latitudini le opere infrastrutturali rimangano spesso incompiute, a causa della macchinosità delle procedure burocratiche, della lentezza nell’iter procedurale, diversamente da quanto accade in altre regioni d’Italia, dove non occorre attendere diversi lustri per la realizzazione di opere importanti.” Da un censimento ufficiale del 2015 si riscontrava la sussistenza di oltre 60 opere incompiute in Calabria, divario che continua a separare nettamente il Mezzogiorno dalle regioni più virtuose del Nord Italia. A titolo esemplificativo, basti pensare alla strada stradale 106 e alle scarse condizioni di sicurezza nella percorribilità dell’arteria che serve l’intero territorio jonico ad alta vocazione turistica e più in generale all’insufficienza del sistema dei collegamenti, vedi la realizzazione dello svincolo di Laureana di Borrello, ed ancora, per quanto concerne il comprensorio reggino, si pensi al completamento delle aste del ‘Calopinace’, da inquadrarsi nelle politiche di decongestione del traffico e miglioramento della circolazione viaria della Città Metropolitana, o lo stesso nuovo Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria per una migliore e più efficiente organizzazione dei servizi della macchina giudiziaria. Che dire poi della Bovalino- Bagnara?” “Specificatamente, in merito alla realizzazione dei nuovi ospedali, nell’ottobre del 2017 durante i lavori della terza Commissione consiliare, ed in una successiva seduta, rappresentai prima al commissario dell’Asp e poi al commissario Scura, la necessità di affrontare con fermezza per le parti di competenza, le questioni inerenti ai ritardi riguardanti l’esecuzione delle opere in questione, peraltro legati a iter burocratici farraginosi.” “L’edificazione del presidio ospedaliero della piana è divenuta quasi un miraggio, stante gli ultimi accadimenti e la proroga concessa ai progettisti. E pensare che è trascorso tanto tempo dal primo finanziamento, e a distanza di tutto questo, non solo l’inizio dei lavori non è stato calendarizzato ma manca il progetto definitivo, esecutivo e le successive approvazioni e validazioni. Un tempo che – al di là di eventuali intoppi burocratici e tecnici che possono sì frenare ma non bloccare sine die un progetto – risulta infinito per un’opera che ha il carattere dell’essenzialità, essendo preposta ad assicurare il diritto alla salute e l’accesso alle cure dei cittadini, diminuendo il carico per le altre realtà sanitarie del territorio e qualificando in senso migliorativo l’offerta dei servizi da erogare all’utenza. Le lungaggini riscontrate hanno accentuato il gravame di inadeguatezza e insicurezza in un comparto come la sanità, dove al contrario, dovrebbe registrarsi il massimo livello di efficienza e solerzia. Ad esempio un aspetto che in particolare merita riflessione (vedi la fattispecie dell’ospedale della Sibaritide), è quello relativo alla interdittiva antimafia, misura preventiva volta a colpire legittimamente l’azione della criminalità organizzata impedendole di avere rapporti con la Pubblica Amministrazione e che dunque si inquadra in una logica di anticipazione della soglia di difesa sociale. Tuttavia servono dei correttivi normativi della legislazione nazionale che permettano di fornire soluzioni immediate per bypassare il rallentamento o la condizione di stallo di procedimenti già avviati, poiché è necessario conciliare le garanzie di legalità con la continuità dell’iter procedurale dalla progettazione alla esecuzione dell’opera, per assicurare risposte certe ai cittadini in termini di diritti e servizi”. “Occorre altresì individuare esattamente tutte le cause e concause che impediscono di avere la certezza sulla tempistica rispetto ad opere importanti e per le quali vi sono consistenti impegni di spesa, favorendo la massima sinergia dei soggetti istituzionali interessati per rimuovere tutti gli ostacoli che creano condizioni di stop ed imprimere un’accelerazione all’iter”. “In Calabria, laddove lo sviluppo è deficitario più che altrove, non possono registrarsi tempi irragionevoli per la realizzazione di infrastrutture importanti. Lo impone il contesto sociale, economico e dei servizi assistenziali.”