Federconsumatori Calabria, in una nota inoltrata al Presidente della II° Commissione Consiliare Bilancio della Regione ha fatto richiesta di un’apposita audizione per porre affrontare il tema dell’incidenza fiscale sui contribuenti calabresi. Per la Presidente regionale Mimma Iannello: “Federconsumatori chiede che vengano definiti, in fase di impostazione di Bilancio 2019, nuovi criteri per l’applicazione dell’addizionale regionale IRPEF rispondenti a vincoli di progressività del prelievo in osservanza del principio costituzionale secondo cui paga di più chi possiede di più. Il peso fiscale e tributario che pesa sui contribuenti calabresi è divenuto smisurato rispetto alla propria capacità contributiva. È assurdo che si paghi di più dove si possiede meno reddito pro capite e si hanno meno servizi che altrove. Una disuguaglianza che si aggiunge alle altre e che indebolisce la capacità di consumo delle famiglie e le loro condizioni di vita. A ciò si aggiunge che in Calabria, quanti concorrono al costo per i servizi pubblici, non ricevono servizi corrispondenti, per qualità, quantità ed efficienza, al peso della compartecipazione richiesta dagli Enti. Per non dire dell’alto tasso di evasione ed elusione scaricato sui cittadini rispettosi delle leggi. È così per i tributi locali, le tasse automobilistiche, le addizionali regionali, i ticket sanitari. Il più delle volte la logica che sovrintende l’applicazione di un tributo o di una imposta è quella di fare cassa. Indistintamente da chi più possiede e chi meno ha. È il caso dell’IRBA, l’imposta regionale sulla benzina da autotrazione, introdotta con LR 34/2010 ed in vigore dal 1.01.2011 con vincolo di durata trentennale. L’IRBA venne introdotta dall’allora Presidente della G.R. di centrodestra Scopelliti, nonché Commissario ad acta alla sanità, per consentire alla Regione il risanamento del debito sanitario pregresso. Fu il periodo più nefasto per i contribuenti che nell’arco di pochi mesi furono massacrati fiscalmente dall’aumento congiunto di addizionali regionali Irpef, IRAP, ticket e dalla neo imposta dell’IRBA, oltre che, dei tagli ai servizi sanitari. Un’operazione nefasta, puramente ragionieristica scaricata sulle spalle dei cittadini costretti a pagare i debiti sanitari contratti da anni ed anni di malagestione. Un’operazione di pura ingegneria fiscale rivelatasi però inefficace per risanare i debiti sanitari che servono, ieri come oggi, di ben altre riforme strutturali per agire su sprechi, inefficienze e ruberie sanitarie. È evidente che l’IRBA, illegittima anche per l’Europa, non ha ragione di continuare ad essere un balzello che pesa sui consumatori già in difficoltà a fruire a pieno del diritto alla mobilità. In Calabria il costo del carburante è fra i più alti d’Italia ed i costi nazionali sono a loro volta i più alti d’Europa. A ciò si aggiunge che sul costo del carburante pesano 17 accise, tasse di scopo della più svariata natura che, da contingenti, sono divenute permanenti. Basti pensare che la componente fiscale pesa sul prezzo della benzina per il 64% e sul diesel per il 60%. Un’enormità. Una mostruosità nazionale ed europea. L’IRBA in Calabria pesa per circa 2 centesimi sui 72 centesimi a litro di accise. Un’imposta pagata dagli automobilisti ma in molti casi evasa dalla rete della distribuzione. Una beffa sull’altra. Servono dunque due interventi, uno di livello nazionale per alleggerire il peso fiscale sul costo finale del carburante ed uno regionale per abolire l’IRBA. I calabresi non possono reggere un carico fiscale che inibisce il diritto alla mobilità, aggrava di costi le famiglie e limita la loro capacità di consumo. È ora di mettere ordine al sistema impositivo sulla base di criteri di equità e di giustizia sociale. È tempo di rendere il sistema pubblico capace di governare la spesa senza alchimie che trucchino i conti a danno dei cittadini.”