Sud Sudan. Omicidio e stupri in hotel ONG: condannati militari

Crimini commessi a Juba nel 2016, durante il conflitto civile

(DIRE) Roma, 6 Set. – Mentre governo e gruppi ribelli faticano a far decollare l’accordo di pace, la condanna di undici militari dell’esercito sud-sudanese getta nuove ombre sulla reputazione delle Forze armate. Il giudice del tribunale di Juba ha comminato dai sette ai 14 anni di reclusione per omicidio e violenza sessuale per i militari, uno dei quali tuttavia è morto in carcere per motivi di salute. La vicenda risale al 2016: nell’ambito del conflitto tra esercito e forze ribelli, i militari avevano fatto irruzione nel Terrain Hotel di Juba. Nell’assalto alla struttura, un giornalista era stato ucciso, mentre alcune operatrici umanitarie erano state violentate. Di loro, soltanto una e’ tornata a Juba per testimoniare al processo. Nei tre giorni di combattimenti in città, oltre 70 persone – tra cui 20 profughi e due peacekeeper delle Nazioni Unite – avevano perso la vita. I caschi blu erano stati peraltro accusati in un report dell’Onu di non aver risposto alla richiesta di soccorso proveniente dal Terrain Hotel. Alla vigilia della sentenza, secondo la stampa internazionale, il portavoce dell’esercito Domic Chol Santo ha detto di confidare in una condanna, utile a mandare un doppio messaggio: da una parte, dimostrare che le Forze armate hanno il controllo sulle azioni dei loro elementi; da un’altra, ricordare che tutti sono uguali davanti alla legge. Sull’esercito sud-sudanese pesa una gran quantita’ di accuse per omicidio, stupri, molestie sessuali, violenze e abusi contro la popolazione, compiuti nel corso della guerra civile scoppiata a fine 2013. (Alf/Dire) 12:27 06-09-18

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