Tripoli: negli ultimi otto giorni più di 47 morti e 129 feriti

Tripoli 11:30 – Il caos regna sovrano in Libia. Dopo la riapertura delle ostilità, circa 8 giorni fa, il numero dei morti sale a 47 ed i feriti a 129, naturalmente dati provvisori. I media libici parlano di continui scontri nel sud della capitale e di coli di morto che, nella scorsa notte, hanno centrato il campo profughi di Al Falah uccidendo 15 persone. Il consiglio presidenziale libico guidato da Fayez al Sarraj ha proclamato lo stato di emergenza. La decisione è stata assunta “per proteggere i cittadini e la sicurezza, gli impianti e le istituzioni vitali che richiedono tutte le necessarie misure militari e civili”. Diversi media locali riferiscono dell’avanzata a sud della 7/a brigata, con violenti combattimenti lungo la strada verso l’aeroporto. Abdel Salam Ashour, ministro degli interni libico, ha emanato un’allerta per i quartieri di Ghut Shaal e Al Seyaheyya, zona ovest di Tripoli, e ha chiesto al direttore dell’apparato di sicurezza generale di “proteggere le due zone ed evitare che ci siano violazioni della sicurezza”. Lo riporta l’emittente televisiva libica. Grazie al caos generato dagli attacchi, circa 400 detenuti sono evasi dopo una rivolta in un carcere in un sobborgo meridionale di Tripoli, teatro di violenti scontri tra milizie rivali. La Polizia riferisce, in uno scarno comunicato stampa, che : “I detenuti sono riusciti a forzare le porte e andarsene”. La Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) ha chiesto a tutte le parti in conflitto nella zona sud di Tripoli di incontrarsi domani per raggiungere un accordo di cessate il fuoco (RaiNews). Più che una situazione di tensione e di emergenza è una palese situazione di guerra che si protrae ormai da quando, gli “intelligentoni” delle democrazie, hanno voluto eliminare il regime del colonnello Gheddafi per “importare” lo stile democratico occidentale. Avranno fatto la cosa corretta? Le evidenze, fino ad oggi, danno ragione a chi ha sempre criticato quell’operazione.

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About the Author: Carlo Viscardi