Ripepi: Dramma dializzati. Reggio ancora una volta calpestata da Scura

Il Commissario alla Sanità Massimo Scura ancora una volta marginalizza e snobba la nostra Città ed il diritto alla salute dei nostri concittadini nel silenzio assoluto del responsabile della salute dei reggini Giuseppe Falcomatà. Per questo sono costretto di nuovo ad intervenire e a stigmatizzare la realtà sanitaria in cui versa la nostra ormai defunta città. Dopo le nefandezze generate dai recenti decreti regionali sui tagli alla sanità privata reggina, mi tocca far emergere un altro drammatico problema in cui versa Reggio Calabria da circa 10 anni: l’assenza di un Centro Dialisi “Territoriale” di competenza dell’ASP, ma soltanto la presenza di un’area dialisi Ospedaliera presso il G.O.M. che prende già in carico 100 pazienti (il massimo che possa supportare), laddove i pazienti sono circa 152.

Da tale pesante inefficienza viene vissuto un dramma per circa 52 ammalati costretti, per sottoporsi a tali cure, a doversi recare fuori dal proprio comune con incredibili difficoltà di spostamenti. Si tratta di pazienti anziani, fragili e in gravissime condizioni di salute: nello specifico 6 di costoro sono costretti a recarsi con i propri mezzi a Melito Porto Salvo ( 32 km), altri 12 a Scilla ( 26 km) ed addirittura 34 fuori regione (nella vicina Messina) presso “centri privati”. In una situazione di assoluto declino e povertà economica e morale in cui ci troviamo già da anni in maniera purtroppo quasi irreversibile, per questi sfortunati reggini si evidenzia un danno economico per le deficitarie casse regionali di circa 1.200.000 annui. A questo punto mi chiedo: come è possibile che per un privato fuori regione si trovino tante risorse economiche?

Questa gente che già vive il dramma della malattia è costretta a subire oltre al danno la beffa, che consiste nel costringerli ad alzarsi alle 4 del mattino per fare rientro a casa alle 14 circa, per poter rispettare i tempi del servizio navetta che questi stessi centri mettono a disposizione, rinunciando però ai rimborsi che per diritto spetterebbero. Chiedo altresì a questa inesistente quanto inefficiente Amministrazione: perchè per un privato fuori regione si trovano tante risorse e per una qualunque soluzione dentro il comune di Reggio Calabria esistono mille impedimenti? Una situazione disumana che soltanto chi si sottopone a dialisi in condizioni di spostamenti “normali” e nel proprio comune di residenza può capire. Difatti da ciò molti sono i pazienti che minacciano seriamente di lasciarsi morire piuttosto che sottoporsi a tale ulteriore calvario che si aggiunge ad una condizione di salute, di età e di condizioni economiche già particolarmente drammatiche.

La città deve sapere che da un anno è stata interessata la Prefettura affinché attraverso la convocazione di un TAVOLO TECNICO con la partecipazione di ANED, ASP RC, Dipartimento tutela salute Regione Calabria, Commissario ad Acta per il piano di rientro ( sempre assente), Azienda Ospedaliera G.O.M. di Reggio Calabria e Città metropolitana di Reggio Calabria si potesse giungere ad una soluzione ragionevole per la realizzazione di un “Centro Dialisi Territoriale”, con l’obiettivo di realizzare dentro il perimetro comunale un centro territoriale e nell’attesa della creazione di tale struttura, attivare per un periodo limitatissimo di tempo, di massimo sei mesi, un terzo turno di dialisi presso l’Azienda Ospedaliera G.O.M. di Reggio Calabria, affinchè nell’immediato tutti i pazienti che si recano fuori comune potessero interrompere la loro odissea.

Purtroppo però come in tutte le attività governate da questa fallimentare amministrazione comunale e regionale, da tali incontri, pressochè grotteschi e irrispettosi della sofferenza dei pazienti, il dipartimento tutela della salute della Regione Calabria non ha ancora volutamente prendere atto “con chiarezza”, senza equivoci burocratici, della esplicitazione di fabbisogno prodotto dall’asp di Reggio Calabria già a marzo del 2018 e autorizzare la realizzazione del “centro dialisi territoriale” senza indugi e atteggiamenti poco chiari.

Anche in questo ambito il commissario ad acta ing. Massimo Scura ha vergognosamente fallito visto che si era impegnato personalmente, entro i primi di aprile, ad attivare il terzo turno di dialisi presso il G.O.M. per un periodo di massimo sei mesi per poi rimandare tutto a maggio, poi a luglio, dopo ancora a settembre, e ultimamente ad ottobre. Chiedo all’ing. Scura, che tanto bene conosce i calcoli, come è possibile che per il piano di rientro tolleri una spesa fuori regione di € 1.200.000 a favore di privati, e contemporaneamente risulti assente agli incontri in prefettura per trovare una soluzione dentro il comune di Reggio Calabria?

In qualità di Consigliere Comunale e soprattutto di cittadino che tiene alla salute del suo prossimo, appoggio e sostengo ANED nella sua esasperata ed ulteriore richiesta di intervento del Ministro della salute On. Giulia Grillo, affinché promuova una ispezione presso il dipartimento tutela della salute della regione Calabria e chieda spiegazioni al commissario ad acta, per capire quali motivi tecnici impediscono una semplicissima “presa d’atto formale” di una volontà di realizzare un centro dialisi territoriale nella città di Reggio Calabria interessando altresì il Ministero di Grazia e Giustizia per verificare se esistono profili di responsabilità penali da far emergere in chi ostinatamente non gradisce la realizzazione di un centro dialisi territoriale nella città di Reggio Calabria.

Consigliere Comunale Massimo Ripepi

Fratelli d’Italia

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