Freespace è la 16ᵃ edizione della Biennale Architettura di Venezia. Riappropriarsi dello spazio urbano abbracciando la storia e l’innovazione, ricostruire gli spazi di libertà attraverso la libera creatività di passioni non fuoriuscite dal nostro nascondersi agli altri, riconquistare la socialità di vivere insieme lo spazio ristrutturando aree urbane e palazzi in disuso, ritrasformare le città a misura di uomo in una umanità di inclusione e integrazione. Queste finalità e altre sono state esposte nella sede dei Giardini della Biennale Internazionale e nella sede dell’Arsenale. Nei Giardini Biennale la Finlandia propone lo spazio Biblioteca come punto di riunione e di socialità. L’ambiente è rivissuto non solo per la lettura libera, ma anche per la sommessa conversazione in un contesto coibentato e silenzioso creato con materiali riciclati. Il Belgio crea EUROTOPIE senza confini, le diverse etnie, culture, tradizioni costruiscono una nuova Europa tra il blu e azzurro con infiniti scalini senza frontiere convergente al centro, dove tutti i cittadini ascoltano e parlano per arrivare al cerchio centrale. In Grecia l’agorà è il punto di incontro delle polis uguali e diverse. In Giappone l’architettura costruisce ambienti e città che convivono con gli eventi naturali predominanti nei quali spazi si vive in pieno accordo.
La generosità, il desiderio di cambiamento la capacità di vivere-sostenibile sono il significato degli ambienti costruiti con materiali nuovi, riciclati e riassemblati in una innovazione digitale dello spazio e dell’uomo. Nella sede Arsenale si espone la ristrutturazione di palazzi non agibili, diroccati, aree degradate nelle periferie urbane e suburbane, e rendere abitabili le aree naturali rifornendole di trasporti di nuova generazione. La ristrutturazione di spazi abbandonati si avvale della unione di proposte innovative dai cittadini, che abitano le zone limitrofe, dai centri di cultura e istruzione, Università e scuole, dalle istituzioni, i Comuni, dalle imprese. La costruzione di linee di trasporto artistiche e di velivoli e veicoli ispirati all’estetica in sintonia con il paesaggio. La Thailandia, il Canada, l’Islanda, l’Argentina propongono spazi naturali e sostenibili, le aree rurali, montuose, marine sono vissute liberamente dove le pareti sono piante viventi endemiche. Lo spazio abitato in Messico assume la forma di foreste, vulcani, laghi, terremoti, alluvioni, cambiamenti climatici percepiti non come ostacoli, ma sono nuovi modi di pensare. Anche l’ Italia propone il recupero di borghi distrutti da violenti eventi naturali con forme architettoniche che diventano paesaggio e che recuperano la nostra eredità culturale legando l’arcaico e il contemporaneo. Uno spazio rivissuto verso un nuovo sviluppo economico ecosostenibile.
All’Arsenale e ai Giardini sono allestiti dieci punti Educational, Meetings, Sessions in cui cittadini, studenti, professionisti si incontrano con i curatori e gli espositori dei padiglioni per dibattere le progettualità architettoniche. Dal dibattito si confrontano le diverse personali visioni dell’esposizione del singolo padiglione. Emergono così nuove proposte e nuove idee da realizzare in contesti urbani, suburbani, rurali, montuosi e marini, che si uniscono in un unico idioma architettonico e artistico con un rinnovato senso dell’umanità naturalistica. I 10 punti sono laboratori, atelier creativi, itinerari tematici di aggiornamento e approfondimento, per i più piccoli sono spazi di istruzione interculturale e inclusiva. Ecco che la Biennale di Architettura è formazione per i professionisti di tutti i settori, p.e. Ingegneri, Architetti, Scenografi, Docenti, Imprenditori, Commercianti e molti altri. Peccato che sono stati interrotti gli incontri da metà luglio fino alla fine di agosto, nonostante le numerose visite e richieste. Francia e Stati Uniti sono rimasti attivi. Padiglioni espositivi sono aperti in tutta Venezia. Palazzi, chiese, magazzini abbandonati sono stati ristrutturati come Freespace, Estonia, Cipro, Vaticano dimostrano che la città è unica, non sono piccole isole. Troppo tecnico e poco divulgativo le Cordierie – Artigliere, dove gli spazi espositivi sono poco attraenti e il visitatore passeggia disattento.
Laura Giovine