Nonostante le promesse, Reggio trascorre un’altra rovente estate senza l’acqua. Persino il centro storico subisce una parità di trattamento senza precedenti, ritrovandosi i suoi abitanti a dovere affrontare le problematiche quotidiane di carenza idrica al pari dei reggini che erano abituati ad un disagio da terzo mondo già da tempo. La Diga sul Menta ci dicono sia realtà. Lo dice orgoglioso anche il Sindaco Falcomatà, pur non avendo alcun merito… in merito, giusta la assoluta mancanza di competenza del Comune per ciò che riguarda l’opera pubblica che dovrebbe consentire ai cittadini di ricevere acqua corrente potabile direttamente nelle proprie case.
Sta di fatto che siamo tutti costretti a leggere dagli organi di stampa quotidiane denunce di disservizi e difficoltà nell’erogazione del prezioso liquido a cui si aggiunge da qualche giorno una notizia che suscita sconcerto e che non può passare come tutte le altre disfunzioni sollevate senza una risposta da parte di chi è preposto per mandato elettorale a rappresentare la cittadinanza. Reggio apprende, grazie ad una richiesta di accesso agli atti formulata dall’Unione Consumatori Calabresi, che nonostante già dal mese di febbraio del corrente anno solare l’ASP reggina aveva avvisato formalmente con una nota ufficiale il Comune nelle persone del Sindaco e del Dirigente del Settore Lavori Pubblici circa la non potabilità dell’acqua in molte zone del centro cittadino, soltanto in data 8 maggio 2018 il Comune emette l’ordinanza con la quale sancisce e comunica la non utilizzabilità “per scopi potabili e per il consumo alimentare”.
Orbene, più che legittima si configura la domanda che sarà sorta in capo ad ogni reggino e volta a comprendere i motivi di questo ingiustificato ritardo, pericolosissimo per la salute pubblica, e che devono essere messi a conoscenza di tutti. Altrimenti la tanto sbandierata trasparenza registrerà l’ennesimo passaggio a vuoto in capo ad una amministrazione che ha costruito sulla propaganda e sulla passerella il proprio fallimentare programma politico. Un ulteriore drammatico silenzio su una vicenda così delicata e che investe motivi di pubblica sicurezza ed igiene certificherebbe ancora una volta l’atteggiamento di scarsa considerazione che il Sindaco e la sua Giunta hanno sinora mostrato nei confronti dei problemi della città. A ben leggere le esternazioni di questa amministrazione il nemico sotto forma di pericolo pubblico è, invece, l’inciviltà dei reggini. Il Comitato per la Sicurezza e l’Ordine Pubblico viene convocato sul tema “emergenza lordazzi”, per usare il poco signorile epiteto utilizzato inopinatamente dal primo cittadino, su un problema che investe una emergenza cittadina in merito ad una raccolta differenziata inadeguata e male organizzata. Che in città ci sia un problema di sicurezza ed ordine pubblico è fatto che stiamo denunciando da anni e non riguarda certamente solo il problema dei rifiuti, bensì anche e soprattutto quello della totale assenza di vigilanza e controllo sul territorio metropolitano, di una condizione di grave precarietà e pericolosità del manto stradale, di mancanza di rispetto delle regole di civiltà che sfiora l’anarchia e spesso si manifesta sotto forma di prevaricazione e abuso.
Certo, sapere che a queste emergenze, da più parti e con buona frequenza sollevate in questi anni, si aggiunge il pericolo di avere utilizzato acqua non potabile per un così lungo periodo di tempo lascia davvero perplessi e preoccupati. Perciò, Reggio attende di capire e di conoscere i motivi che hanno impedito una tempestiva ed immediata determinazione e conseguente avviso alla cittadinanza di ciò che l’Azienda Sanitaria Provinciale aveva a tempo debito comunicato a Palazzo San Giorgio, perchè chi è preposto a svolgere ruoli istituzionali non può sottrarsi ai propri doveri di informazione e riscontro delle doglianze della comunità che rappresenta.
Il Coordinatore Provinciale Ernesto Siclari