Inizialmente sfuggito alla cattura, il 17 luglio scorso, nell’ambito dell’operazione “Gramigna” e sentendosi braccato dall’attività di ricerca dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati, ieri sera si è consegnato presso la caserma dei Carabinieri di Palestrina un soggetto.
L’uomo, 30 anni, è anche lui destinatario della stessa ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, che aveva già portato all’arresto di 35 persone appartenenti al clan per avere costituito e preso parte all’associazione mafiosa e ritenute responsabili, in concorso agli altri arrestati, e con ruoli diversi, di aver costituito un’organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di ulteriori reati quali estorsione, usura, concessione illecita di finanziamenti ed altro, tutti commessi con l’aggravante del metodo mafioso.
Era uno dei pochi scampati alla cattura, collegato in affari con 2 figli del capo clan, entrambi catturati dopo due giorni dal blitz a Grottaferrata ove avevano trovato rifugio. Nello specifico, dalle attività investigative dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati emerge un ruolo sicuramente di primo piano anche per S., che risiede a pochi metri dalla roccaforte del capo clan a Porta Furba.
La sua escalation criminale risale a qualche anno fa, nel 2015 il titolare di un pub del quartiere Tuscolano denunciava che il soggetto presentatosi presso la sua attività, avrebbe tentato di estorcere la somma di 500 euro alla settimana, minacciando di dare fuoco alla struttura qualora non avesse adempiuto alla richiesta.
Al diniego, dopo qualche ora, l’uomo sarebbe ritornato presso il pub, questa volta accompagnato da un soggetto detto “Rocky”, zio dei fratelli su menzionati, che ha picchiato il titolare ed un suo dipendente. Una volta arrestato, il componente della famiglia Casamonica è stato portato in carcere a Regina Coeli, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.