Uso di gas lacrimogeni per sedare le proteste in Bangladesh

Continuano le violenze in Bangladesh, in particolare nella capitale Dacca, dove la polizia ha usato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere centinaia di studenti scesi in piazza. Da più di una settimana, infatti, migliaia di studenti stanno bloccando diverse città del paese e protestano contro l’insicurezza sulle strade e la spericolatezza dei guidatori, chiedendo maggiore prevenzione soprattutto dopo la morte di due adolescenti, investiti e uccisi da due autobus.

Due giovani sono stati travolti e uccisi mentre erano sulla banchina in attesa dell’arrivo dei bus. Un autista avrebbe perso il controllo del mezzo , durante una gara con un autobus rivale, mentre cercava di arrivare per primo alla fermata per accaparrarsi i passeggeri. Una pratica del tutto comune nel Bangladesh, dove il settore dei trasporti è ritenuto largamente  corrotto e pericoloso.

 “Abbiamo bloccato le strade e protestiamo armati di striscioni, e controlliamo le patenti di tutti i guidatori” affermano i ragazzi. Uno dei partecipanti dichiara poi: “Vogliamo strade sicure e tornare a casa dopo la scuola senza pericoli. Se il governo s’impegnasse in maniera sincera, la questione si risolverebbe. Le autorità devono agire contro gli autisti senza licenza e contro quelli minorenni”.  Ogni anno in Bangladesh si verificano migliaia di incidenti. Per ora quest’anno sulle strade si contano circa 3mila vittime. I sinistri sono provocati in maggioranza dall’imprudenza dei guidatori, dalle manovre improvvise di autisti di trasporti pubblici, dalle gare tra automobilisti e dalla disattenzione dei pedoni. A questi motivi si aggiunge l’incompetenza di molti autisti illegali.

Intanto la  situazione in piazza degenera nel weekend,  quando nella manifestazione sembra infiltrarsi un gruppo di “studenti” ” la cd Bhl”  che si occuperebbe di  “lavori sporchi”  commissionati dal governo. Inizia così la svolta violenta della manifestazione. La BHL inizia  a picchiare gli studenti manifestanti, non risparmiando nemmeno coloro che si recano in ospedale per cercare soccorso e i giornalisti presenti.

Nel frattempo, la polizia risponde con proiettili di gomma e gas lacrimogeni . Almeno 100 studenti, ragazzi e ragazze dai 14 ai 18 anni, vengono feriti, e ogni dispositivo che possa riprendere e diffondere le immagini viene distrutto. Ma è troppo tardi: le ferite non mentono, è palese l’uso delle armi, e in rete iniziano a circolare i primi video dell’accaduto. Il bilancio si aggrava, si parla addirittura di studenti morti e di quattro ragazzine stuprate dai “teppisti” del governo. Mentre sul sito Internet Reddit compaiono le prime richieste di aiuto: “aiutateci, siamo tredicenni, non vogliamo morire”.

Inquietante la risposta del governo.La sera di sabato 4 agosto in moltissimi non riescono più ad accedere a Internet, e tutti i contenuti riguardanti la vicenda vengono oscurati. A primo impatto sembrerebbe un malfunzionamento, ma dietro al rallentamento della rete. pare esserci proprio il governo che, secondo le dichiarazioni  rese da un impiegato rimasto anonimo, avrebbe richiesto alla – Bangladesh Telecommunications Regulatory Commission –  di rallentare la linea. Una mossa per tutelarsi, e impedire che ulteriori notizie fuoriescano dal paese. In moltissimi non riescono più a contattare i propri amici, e chi riesce a uscire dal Bangladesh fa del suo meglio per diffondere il più possibile l’accaduto su Internet.

In piazza anche un gruppo a difesa dei diritti umani che chiede il rilascio di un attivista e fotografo, arrestato per aver criticato il governo per la gestione delle proteste. A chiedere il rilascio dell’attivista, si unisce Amnesty International.

MS

 

 

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