Ieri primo agosto 2018 gli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Milano hanno sequestrato società, immobili e saldi di conto corrente nei confronti di un imprenditore nato a Santa Caterina dello Ionio (CZ), condannato con sentenza definitiva per associazione mafiosa ex art. 416 bis c.p. in quanto affiliato alla ‘ndrangheta, con specifico riguardo alla locale di Giussano (MB) e con collegamenti con la cosca calabrese dei “GALLACE-RUGA”, attiva nel catanzarese. Sin dalla giovane età lo stesso è sempre stato contiguo ad ambienti di ‘ndrangheta: appena diciannovenne, nel 1994, si è reso responsabile di una tentata estorsione in danno di un imprenditore attivo nel campo delle costruzioni aereonautiche. All’atto di ricevere materialmente l’assegno che costituiva il prezzo dell’estorsione, il giovane proposto ha proferito le parole: “con questo qui non saltate più in aria, guardi bene questa faccia e se la ricordi bene”. Nel 2012 è stato coinvolto nell’operazione di P.G. denominata “Itaca” dove è stata sgominata un’associazione di tipo mafioso riconducibile alla ’ndrangheta, costituita e organizzata nell’ambito della “locale” di Guardavalle. Sempre nel 2012, nell’ambito dell’operazione “Ulisse”, è stato arrestato per il reato di associazione mafiosa a causa dei suoi costanti contatti con i vertici calabresi della cosca GALLACE RUGA LEOTTA. Lo stesso infatti è stato ritualmente affiliato a tale sodalizio criminale, con una cerimonia di iniziazione che si è svolta in Calabria, assumendo poi un ruolo nella “locale” di Giussano, occupandosi della custodia delle potenti armi della cosca, tra cui bombe a mano, mitragliette UZI e AK 47 kalashnikov. Ha inoltre mantenuto contatti con i familiari degli affiliati tratti in arresto, elargendo denaro alle loro famiglie, procurandogli avvocati di fiducia e provvedendo al loro pagamento. Ancora, lo stesso ha organizzato in luoghi nella propria disponibilità, quali un capannone ubicato a Zelo Surrigone (MI), ovvero nella cascina nella disponibilità del fratello, riunioni e summit nel corso delle quali si conferiscono “doti” e si stabiliscono strategie in merito alla vita della “locale”. Il sequestro segue alle indagini patrimoniali eseguite dalla Divisione Anticrimine, a seguito delle quali, previa articolata proposta del Questore di Milano Marcello Cardona, il locale Tribunale, Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, ha disposto il sequestro di 11 immobili, in Lombardia e in Calabria, nonché 2 saldi di rapporti di conto corrente bancario, tutti riconducibili al nominato in oggetto. Nel corso dell’attività di sequestro sono stati trovati oggetti di pregio e di spunto per ulteriori indagini nonché cospicue somme di denaro in contante. Il valore complessivo dei beni sequestrati risulta essere superiore ai due milioni di Euro.
fonte — http://questure.poliziadistato.it/Milano/articolo/11885b62e782ec78d362126859