Europee: tra un anno le elezioni. Cambiamenti e riflessioni

Le elezioni europee del 2019 si terranno nei 27 stati membri facenti parte dell’Unione europea – probabilmente per la prima volta senza la partecipazione del Regno Unito  dopo la Brexit – tra il 23 e il 26 maggio, come deciso unanimemente dal Consiglio dell’Unione europea. Ogni paese  potrà scegliere  in maniera autonoma la data ufficiale preferita che dovrà comunque essere compresa nel periodo stabilito.Ma tutti i Paesi inizieranno  lo spoglio dei voti alle 23.00 del 26 maggio, in modo tale da rendere lo scrutinio una procedura simultanea in tutta l’Unione. Le elezioni europee del 2019 rappresenteranno la nona tornata elettorale per il  rinnovo a suffragio universale e diretto  del Parlamento europeo. In conformità a quanto stabilito dagli artt. 10 e 11  concernenti l’elezione  del Parlamento europeo, le elezioni devono essere tenute ogni cinque anni , nel primo fine settimana disponibile , giunto a termine il precedente mandato elettorale. Le precedenti elezioni europee si erano svolte dal 22 al 25 maggio 2014.

La Decisione (UE) 2018/937 del Consiglio Europeo, del 28 giugno 2018,  ha  stabilito  dei cambiamenti sulla composizione del Parlamento europeo per ciascun Stato Membro per la legislatura 2019-2024.  La decisione ha disposto  che l’assegnazione sarà proporzionale al peso demografico di ciascun Stato Membro. E che l’Italia potrà contare su 76 rappresentanti eletti durante il detto periodo di legislatura (2019-2024). Avrà dunque 3 seggi in più  rispetto al passato, passando da 73 a 76 membri .Oltre a ridurre le dimensioni del Parlamento europeo, da 751 a 705 rappresentanti , la Plenaria ha approvato  una proposta di ridistribuzione dei seggi, per porre in riserva 46 dei 73 seggi che si libereranno in seguito al ritiro del Regno Unito.I 46 seggi in riserva potranno, in parte o nella loro totalità, essere assegnati ai nuovi Paesi che  eventualmente aderiranno all’Unione europea o rimanere liberi, riducendo così le dimensioni del Parlamento. I restanti 27 seggi saranno ridistribuiti tra i 14 Paesi dell’Unione che sono leggermente sottorappresentati, per compensare le attuali disparità in Aula.Nel testo si sottolinea, inoltre, che la nuova assegnazione si applicherà solo se il Regno Unito lascerà l’UE. In caso contrario, le attuali disposizioni rimarranno in vigore fino a nuovo ordine. Il progetto di decisione del Consiglio europeo è stato approvato con 566 voti favorevoli, 94 contrari e 31 astensioni.

È forte l’esigenza di recuperare il filo rosso di un rapporto con i cittadini che i recenti avvenimenti hanno interrotto,  minando alla base le ragioni dell’essere insieme.In  un incontro con la stampa, ad un anno dalle elezioni europee, il Presidente Antonio Tajani ha annunciato l’avvio del conto alla rovescia  per eleggere i 705 deputati del prossimo Parlamento europeo a suffragio universale diretto e, indirettamente, il Presidente della Commissione europea.”Nel corso dei prossimi dodici mesi, il dibattito sul futuro dell’Europa coinvolgerà i cittadini a livello nazionale e locale in tutta l’Unione”. “Il Parlamento europeo è al centro del dibattito per scegliere l’Europa che desideriamo. Dal gennaio di quest’anno, i leader degli Stati membri dell’UE sono stati invitati a discutere con i deputati la loro visione dell’Europa.Le prossime elezioni europee saranno senza dubbio una battaglia, non solo tra i partiti tradizionali di destra, sinistra e centro, ma anche tra coloro che credono nei vantaggi di proseguire con la cooperazione e l’integrazione a livello dell’UE e coloro che  vorrebbero  invece vanificare  i risultati raggiunti negli ultimi 70 anni”.

Nel frattempo, all’inizio di giugno, il Parlamento ha ospitato a Strasburgo più di 8.000 giovani per raccogliere le loro speranze e i loro timori sull’Europa e discutere le prospettive future.“Secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro, sebbene il 50% degli europei si sia detto interessato alle elezioni europee, solo uno su tre è a conoscenza della data nella quale si svolgeranno. Entro maggio del prossimo anno, nessuno dovrebbe ignorare la data o le scelte principali da intraprendere per la futura direzione del nostro continente”.

“L’Unione europea è sia un’unione di Stati che di cittadini” – si legge in una  dichiarazione della Commissione europea. il rapporto con questi ultimi dovrà essere al centro delle prossime elezioni. In quest’ambito un importante ruolo viene attribuito allo “Spitzenkandidaten”, ovvero al leader politico indicato da ciascun partito europeo quale candidato alla presidenza della Commissione. In relazione alle modifiche introdotte dall’art. 17, paragrafo 7 del Trattato di Lisbona, la presentazione del candidato alla presidenza della Commissione, consente soprattutto  di avere una campagna elettorale centrata sul confronto tra leader, capaci di riattivare un rapporto immediato tra i cittadini e le istituzioni. Ed  anche se in realtà, nulla vincola in Consiglio europeo a tenere conto di tali indicazioni provenienti dai partiti e dal risultato elettorale, i partiti politici nazionali sono invitati a dare ampia visibilità, all’interno dei loro simboli, al partito politico europeo di riferimento al fine di chiarire ai cittadini il legame esistente tra la dimensione nazionale e quella europea.

 Peraltro la Commissione europea  nel  Libro bianco, presentato al vertice di Roma il 25  marzo 2017, nell’ ambito dell’ illustrazione  dei risultati ottenuti , aveva già avviato  la riflessione sul futuro dell’Unione a 27 , una unione che per resistere  deve essere in grado di  rispondere meglio a una realtà che cambia, trasformando le possibili e sempre nuove sfide in opportunità.

Ecco alcuni tra i  principali  problemi segnalati :

I flussi migratori:

  • proteggere le nostre frontiere salvaguardando il diritto alla libera circolazione in Europa

Le minacce per la sicurezza alle porte e all’interno dell’Unione:

  • la concentrazione di truppe lungo il confine orientale, la guerra e il terrorismo in Medio Oriente e in Africa

La collocazione dell’Europa in un mondo che cambia:

  • calo demografico e flessione del potere economico

Le conseguenze della crisi economica:

  • disoccupazione di lunga durata, specie tra i giovani e livelli elevati di debito pubblico e privato

L’invecchiamento della popolazione:

  • la necessità di rendere i nostri sistemi previdenziali più moderni

L’ascesa della retorica populista e nazionalista:

  • l’esigenza di ridare fiducia alla gente, rispondere alle aspettative e creare consenso tra gli Stati membri.

 

 MIRIAM SGRO’

 

Fonte: Parlamento Europeo

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