Meltèmi è il nome utilizzato dai greci per indicare il vento generalmente fresco e moderato, a carattere monsonico, che tra la fine di Maggio e gli inizi di Ottobre soffia sul Mar Egeo da nord o nordovest, portando aria relativamente fresca e cieli sereni e ritenuto responsabile di aver alimentato, in questi giorni, i focolai trasformatisi in veri e propri roghi ardenti, che hanno devastato la Grecia. In Italia, non avremo forse il Meltemi ma in compenso quando soffia il maestrale in Sardegna o lo scirocco in Sicilia il rischio di incendi rimane altissimo.
L’anno scorso, l’anno definito horribilis sul fronte incendi , un inverno arido e una stagione estiva caratterizzata da venti molto forti hanno contribuito a mandare in fumo migliaia di ettari di territorio. Da non trascurare poi la complicità degli uomini, nel 90% dei casi, la prima causa dei roghi .
Decisamente meglio, almeno finora, la situazione quest’ anno ma “l’eccezionalità del 2018 non deve divenire la norma” dice il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ricordando alle Regioni di “rafforzare le attività di previsione, monitoraggio e presidio del territorio” e, soprattutto, di “dotarsi di una adeguata flotta aerea regionale”.
Ma ad oggi è ancora questo il tallone d’Achille. Sei Regioni – Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Puglia e Umbria – non hanno a disposizione neanche un elicottero e si affidano completamente allo Stato. E nel corso degli anni i tagli, dovuti alla mancanza di risorse da parte degli enti locali, sono stati costanti.
Ed anche chi i mezzi li ha, rispetto al passato, ha fatto un passo indietro: è il caso della Campania, che nel 2012 ne aveva 7 e oggi 3, e della Calabria, che ne aveva 6 e ora ne ha 4. Va meglio in Sardegna – dove ai 3 canadair e, all’Ab 412 della flotta dello Stato, si aggiungono 11 elicotteri e un velivolo ‘super Puma’ – e in Liguria, dove oltre ai due in servizio tutto l’anno, c’ è un velivolo aggiuntivo schierato per l’estate.
MS