Grande successo per “Caro Faber, Roma canta de Andrè”

I Faber Quartet continuano a far sognare, il 28 Giugno, a pochi mesi dal 20° anniversario della morte di Fabrizio De Andrè, l’oramai affermata e tanto amata band, ha messo in scena un grande evento – concerto per ricordare il cantautore genovese, scomparso l’11 Gennaio 1999. Gli artisti, hanno ripercorso il suo repertorio, interpretando le sue canzoni più amate sul palco del celebre festival romano. Il gruppo, nato nel 2011 con lo spettacolo “De Andrè…Un viaggio” e composto da Marco Pinto, Bruno de Benedetto, Mimmo Condello, Peppe D’Agostino, la cantautrice romana Ilenia Volpe, accompagnata al basso da Roberto Fasciani, e Hack, voce del progetto La Distanza della Luna, si riconferma tra le band più prolifiche e richieste d’Italia per gli amanti dell’indimenticato Fabrizio De Andrè, che grazie a queste esibizioni, rivive nei cuori di chi lo ama. Un repertorio dunque, quello dei Faber Quartet, incredibilmente vasto e variegato, che ha soddisfatto e soddisfa anche i palati più esigenti del famoso cantautore. La loro mission, ogni qual volta si esibiscono, è fare vivere o rivivere la storia di Fabrizio De Andrè, in un percorso emozionale e ci riescono sapientemente grazie agli arrangiamenti, tratti da brani originali, ai live con la PFM e rielaborati dal quartetto e alla carismatica voce solista che accompagna quasi per mano il pubblico, ad immergersi nel mondo di Faber. Amano raccontarsi così: “Fabrizio De Andrè lo abbiamo ascoltato, arrangiato, cantato ed amato. Abbiamo costruito i nostri concerti come un’occasione per far rivivere e respirare al pubblico quella sensazione di distacco dalla realtà, di sospensione del tempo che si viveva nei suoi, quando le storie ed i personaggi delle canzoni uscivano dalla sua voce per sfilare davanti alla sua platea. Il nostro, è un percorso nella musica e la poesia di Fabrizio. Lasciatevi dunque condurre per mano fra i colori e le sfumature di questo meraviglioso mondo sospeso tra l’immaginario ed il contingente. Faber, visto con i nostri occhi…”. 

 

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About the Author: Sonia Polimeni