(DIRE) Roma, 11 Lug. – In Italia nel 2017 ogni 55 minuti le Procure hanno aperto un fascicolo per reati a danno degli animali e le denunce per questa tipologia di crimini sono cresciute del +3,74%. È quanto emerge dal Rapporto Zoomafia 2018 ‘Crimini e animali’, redatto dal criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav con il patrocinio del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e della fondazione Caponnetto e presentato stamattina nella sala del Parlamentino del Comando Unità Forestali e Agroalimentari Carabinieri (Cufa) a Roma, alla presenza, tra gli altri del comandante Cufa, generale c.a. Antonio Ricciardi, del presidente della fondazione Caponnetto, Salvatore Calleri, e di Diana Russo, della Procura della Repubblica ‘Napoli Nord’. Maltrattamenti, traffici illeciti, corse e macellazioni clandestine, abigeati, combattimenti tra animali. Sono solo alcuni degli argomenti trattati dal rapporto che, giunto alla sua 19esima edizione, fotografa e analizza lo sfruttamento criminale degli animali nel nostro Paese attraverso i dati delle 140 procure ordinarie e delle 29 presso il Tribunale per i Minorenni di tutta la penisola. A rispondere all’Osservatorio Nazionale Zoomafia della Lav quest’anno sono state l’82% delle procure ordinarie (115) e l’86% di quelle presso i Tribunali per i Minorenni (25), per un totale dell’83% di tutte le Procure del Paese. Sono 8.518 (3.869 a carico di noti e 4.649 a carico di ignoti) i fascicoli pervenuti nel campione di Procure analizzato per i reati a danno degli animali. Le denunce, quindi i procedimenti, nel 2017 sono aumentate del +3,74% rispetto al 2016 (7.100 fascicoli nel 2017, 6.844 nel 2016), con una flessione del numero di indagati del -1,08% (4.487 indagati nel 2017, 4.536 nel 2016) – dai dati di un campione di 98 Procure su 140 che hanno risposto sia nel 2016 che nel 2017.Nel 2017 si sono aperti circa 26 fascicoli al giorno, uno ogni 55 minuti, e una persona è stata indagata ogni 90 minuti, con un’incidenza pari 15,38 procedimenti e un tasso di 9,60 indagati ogni 100mila abitanti.
“Uno degli obiettivi di questa giornata e’ di far applicare nel modo piu’ integerrimo la legge 189 del 2004 per cui ci siamo tanto battuti negli Anni 90, facendo fare un primo passo in avanti al nostro codice penale- dichiara il presidente Lav Gianluca Felicetti nel corso della presentazione- Oggi abbiamo salutato con grande soddisfazione il programma di governo che prevede la riforma del codice penale in materia di reati contro l’ambiente e gli animali e abbiamo ripresentato alle Commissioni Giustizia di Camera e Senato disegni di legge che mirano a rafforzare gli strumenti operativi dissuasivi rispetto a chi realizza reati contro gli animali”. Il reato piu’ contestato resta quello di maltrattamento di animali (art. 544ter c.p.) con 2.657 procedimenti pari al 31,19% del totale, 1.951 indagati (il 36,74% del totale, in maggior numero rispetto agli altri reati) e un aumento dei procedimenti rispetto al 2016 del +3%. Seguono: uccisione di animali (2.633 procedimenti pari al 30,91%, e 572 indagati; +1,72% rispetto al 2016); reati venatori (1.464 procedimenti pari al 17,18% e 1.323 indagati; +6,82% rispetto al 2016); abbandono e detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura (1.250 procedimenti pari al 14,67%, e 1.120 indagati; +12,84%); uccisione di animali altrui (411 procedimenti pari al 4,82%, e 161 indagati; -12,19%); traffico di cuccioli (58 procedimenti pari allo 0,68%, e 99 indagati; +10%); organizzazione di combattimenti tra animali e competizioni non autorizzate (25 procedimenti pari allo 0,29%, e 67 indagati; +4,54%); infine, spettacoli e manifestazioni vietati (20 procedimenti pari 0,23%, e 17 indagati; -31,82%)
A livello geografico, risalta il fatto che a Crotone nel 2017 non sono stati registrati procedimenti, mentre anche per quest’anno Savona si conferma come la Procura con meno procedimenti (3 a carico di ignoti), seguita da Nocera Inferiore, Vasto, Lagonegro, Locri, Pisa, Lanciano, Pistoia e Gela. La procura di Brescia si conferma invece, maglia nera per reati contro gli animali, con 527 procedimenti con 387 indagati (più della meta’ sono per reati venatori, 52% dei fascicoli e 72% degli indagati). Capillare è la presenza delle mafie nel settore dei combattimenti, con migliaia di animali vittime ogni anno degli affari di elementi appartenenti a camorra, Sacra Corona Unita, ‘Ndrangheta, o al clan Giostra di Messina, vero allarme a cui la Lav sta tentando di dare una risposta con un numero dedicato (‘Sos Combattimenti’). Ma la criminalità è anche presente nel mondo di cavalli, corse e ippodromi, come dimostrano i 15 interventi delle forze dell’ordine nel 2017, con sei corse clandestine bloccate, 82 persone denunciate (61 arrestate), 20 cavalli sequestrati e 66 cavalli che, sempre nel 2017, hanno partecipato a gare ufficiali e sono risultati positivi al controllo antidoping. Il rapporto analizza anche: il business legato alla gestione di canili illegali, la tratta dei cuccioli (quello dai Paesi dell’Est si conferma tra i piu’ redditizi); i traffici internazionali di fauna (nel 2017 sequestrati 8.868 speciman, contestati 124 illeciti penali e 82 amministrativi con 529.600 euro di sanzioni); il bracconaggio (recentemente accertati gli interessi di alcune ‘ndrine per la caccia di frodo e la vendita di fauna selvatica); la penetrazione della criminalità organizzata negli allevamenti tali da configurare una vera e propria ‘Cupola del bestiame’ (abigeati, traffico di sostanze dopanti, macellazione clandestina, pascolo abusivo) e nel business del pesce (in Calabria la cosca Muto di Cetraro, in Sicilia il clan Rinzivillo sarebbe artefice di un patto mafioso sul commercio del pesce). E ancora: l’uso di animali a scopo intimidatorio (secondo Avviso Pubblico, recapitare parti di animali rappresenta l’1,65% delle modalità di intimidazioni e minacce); e zoocrimnalità minorile, cioè il coinvolgimento di minorenni o bambini in attività illegali con uso di animali o in crimini contro gli animali (con casi inquietanti e preoccupanti elencati nel Rapporto), verso i quali “i militari forestali- spiega Ricciardi- sono impegnati con incontri formativi”.
“Il rapporto mette in evidenza un dato in controtendenza- afferma Troiano, a fronte di una diminuzione dei reati nel nostro Paese nel 2017, i crimini contro gli animali denunciati sono cresciuti, a conferma della capacità penetrante delle mafie, che intrattiene rapporti con veterinari e pubblici ufficiali corrotti. Come Lav auspichiamo una rivisitazione della normativa esistente, perché la diffusione di crimini mafiosi è dovuta anche ad un apparato giudiziario dalle armi spuntate. Bisogna istituire i delitti contro la fauna, confiscare i beni di chi fa affari illeciti sugli animali esattamente come si fa con i beni dei mafiosi con la legge La Torre, passando per la normativa antimafia. Dobbiamo utilizzare gli strumenti tipici della lotta alle mafie e ai reati finanziari. Rispetto ai reati che destano allarme sociale io sono convinto – conclude- che ci sia allarme laddove viene leso il diritto alla vita e la dignità di qualsiasi essere vivente”. (Ara/Dire) 12:10 11-07-18. (immagini di repertorio)