Confindustria Reggio Calabria è fortemente preoccupata per la situazione di crisi venutasi a creare per le strutture ambulatoriali private accreditate che, per effetto dei decreti 70 e 72 del commissario Scura, vanno incontro alla probabile chiusura, con la perdita di centinaia di posti di lavoro e una drammatica riduzione delle opportunità di curarsi per i cittadini”. Lo dichiara il responsabile del settore Sanità di Confindustria Reggio Calabria, Valerio Berti, che aggiunge: “La mobilitazione decisa dagli imprenditori di questo comparto è sacrosanta e pienamente condivisa da Confindustria Reggio Calabria. Noi, come territoriale, intendiamo dare forza e sostegno alla battaglia degli imprenditori e dei lavoratori di queste strutture il cui futuro è a rischio. In ballo, come abbiamo più volte denunciato in questi mesi, vi sono la stabilità economica di centinaia e centinaia di addetti e delle loro famiglie, ma anche la libertà dei pazienti di scegliere dove curarsi. Peraltro appare bizzarro che il commissario abbia deciso di tagliare il budget a fronte del fatto che comunque le prestazioni dovranno essere garantite da strutture pubbliche già al collasso. Non si capisce dunque, in cosa concretamente si sostanzi il risparmio. Più in generale – prosegue Valerio Berti – riteniamo inaccettabile l’approccio ragionieristico messo in atto dall’ufficio del commissario che sembra non tener conto delle ricadute sanitarie e socio occupazionali dei provvedimenti che ha assunto in totale solitudine e senza un doveroso e opportuno confronto con le categorie interessate. All’ingegner Scura chiediamo di agire in autotutela revocando i due decreti che stanno mettendo in ginocchio la sanità calabrese. Contestualmente lo sollecitiamo al rispetto degli impegni assunti con le convenzioni stipulate nel 2017 e al tempestivo pagamento di quanto già maturato per l’anno corrente e sottolineiamo la necessità di una programmazione anticipata dei budget perché tagliare le risorse dopo mesi di prestazioni regolarmente erogate, significa davvero far correre alla sanità reggina il rischio del default”.
Ufficio Stampa Confindustria Reggio Calabria