ItaliaLeaks: parte il canale per effettuare denunce anonime su mafie e malaffare

Anche il Web scende in campo contro le mafie.  E lo fa passando per un’agenzia di stampa, vestendo il mantello nobile del Giornalismo. E potrebbe nascere da qui anche un nuovo modo di fare inchiesta su temi delicati come quello delle mafie, le quali tutto, forse, possono fare tranne che combattere l’anonimato.

L’AGI ha lanciato una piattaforma per la raccolta di  informazioni sulle mafie, garantendo pieno anonimato alle fonti delle rivelazioni. Garantire l’anonimato alle persone potrebbe aiutarle a sfondare il muro dell’omertà ed intraprendere un gesto di ribellione e liberazione? La battaglia contro la mafia potrebbe partire dal Web?
L’AGI è partita da questo presupposto nella creazione di ItaliaLeaks, un progetto pensato per dar voce a chi subisce o conosce soprusi, sfruttando gli strumenti comunicativi dell’agenzia per iniziare una battaglia silente e protetta contro il malaffare. Così l’AGI descrive il progetto: “una nuova piattaforma protetta dedicata ai whistleblower per consentire a chiunque di comunicare anonimamente con la redazione dell’agenzia, di allegare eventuali documenti, foto e video, per denunciare e combattere la corruzione e le pratiche illegali”. Non sarà una raccolta di chiacchiericci e supposizioni, sia chiaro: l’AGI vuole diventare depositaria di denunce autentiche, casi concreti, prove inoppugnabili. Vien da chiedersi perché debba essere un’agenzia di stampa a farsi carico di questo tipo di raccolta di informazioni, sostituendo l’ autorità  giudiziaria. Ma la domanda si rivela al tempo stesso futile, poiché di fatto quel che conta è tentare di  capire se la stampa possa rappresentare un riferimento più appetibile rispetto alla stessa autorità giudiziaria competente. Offrire informazioni preziose ad una agenzia come l’AGI, infatti, potrebbe far emergere casi a cui in seguito le autorità potranno dedicarsi, ma tutto ciò con la piena tutela dell’anonimato. Senza esporsi, insomma, ma muovendo comunque un passo verso l’emersione del non-detto.

Dai Panama Papers allo scandalo LuxLeaks, dal Datagate alle rivelazioni di WikiLeaks: senza i whistleblower non avremmo forse mai saputo dell’elusione fiscale di politici e potenti del mondo grazie ai paradisi fiscali o dei programmi di sorveglianza di massa attuati dalla Nsa, la National Security Agency americana. Fonti che hanno rivelato documenti segreti “perché il mondo deve sapere”. Persone che poi hanno deciso di uscire allo scoperto, come Edward Snowden, Chelsea Manning o Antoine Deltour.

Una volta ricevute le segnalazioni, AGI le metterà a disposizione di un pool di giornalisti che potranno procedere con verifiche e ricostruzioni, cercando la verità dietro il leaks: “A loro, ai colleghi di altre testate, italiane e non, l’agenzia chiederà di lavorare insieme ai giornalisti di Agi per verificare, contestualizzare, ricostruire in un racconto puntuale a più mani le segnalazioni che di volta in volta arriveranno alla piattaforma MafiaLeaks, perché più dello scoop, è importante un lavoro di squadra che consenta di non lasciare soli i colleghi che operano in prima linea contro le mafie e il malaffare sul territorio”. Un apposito canale dedicato alla mafia raccoglierà quindi i frutti di questo lavoro.

ItaliaLeaks si basa su due presupposti: segretezza e anonimato.  Per inviare all’AGI il materiale dietro la tutela del pieno anonimato è stata messa a punto una apposita piattaforma (basata su software GlobaLeaks) a cui si richiede di accedere tramite TOR Browser. Spiega l’AGI: “Per condividere le informazioni di cui sei in possesso con la nostra redazione premi il pulsante ‘Invia una segnalazione”. Segui le istruzioni e rispondi alle poche domande che compariranno: queste serviranno per comprendere il modo migliore di gestire il materiale ricevuto. Quando ti verrà richiesto, allega gli eventuali documenti in tuo possesso. È possibile caricare più di un file tra fotografie, file di testo e video”. Al termine della procedura si ottiene un codice di conferma. Quest’ultimo codice diventa un canale di dialogo con la redazione, poiché il whistleblower ha la possibilità di ritornare sul sito in seguito per capire se la segnalazione sia stata accettata, elaborata, discussa ed eventualmente adottata: la redazione potrà così entrare in contatto con l’utente senza avere tuttavia alcun rapporto diretto: sarà un codice anonimo su browser anonimo a consentire il dialogo tra le parti e l’approfondimento dei fatti rivelati nei leaks.  L’iniziativa andrà valutata per i risultati che produrrà, ma è prezioso fin dal principio il valore messo sul piatto: le nuove tecnologie possono introdurre un nuovo modo di pensare il rapporto con le mafie, così che l’omertà possa trovare meno scusanti e coloro i quali vogliano sedersi dalla parte dei giusti possano farlo senza temere per la propria incolumità. Quell’anonimato che in troppi vorrebbero veder cancellato dal Web (solo negli ultimi giorni eminenti esponenti del Parlamento son tornati pubblicamente a richiederne la messa in mora),e che quindi, può essere o ritornare ad essere un  valore, se adoperato nel modo giusto .Non sarà un lavoro facile. Ma di base c’è la  convinzione che la verità e il giornalismo d’inchiesta abbiano ancora, e forse oggi più che mai, un ruolo fondamentale nel proteggere la democrazia, la libertà di parola e le libertà di tutti i cittadini.
MS

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