La Polizia di Stato del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, nell’ambito dell’attività investigativa finalizzata al contrasto dei reati di violenza sessuale, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, ha sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari un 40enne italiano per il reato di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. L’uomo, già noto agli stessi investigatori, della Polizia Postale di Roma e già in passato tratto in arresto per i medesimi reati, di recente è stato oggetto anche di un servizio giornalistico della trasmissione televisiva “le Iene”. L’indagine è partita da una segnalazione fatta da un cittadino, abituale frequentatore di un sito di incontri sessuali per adulti, il quale, dopo essere entrato in contatto con un altro utente del medesimo sito ed aver scambiato con quest’ultimo foto e video di natura pornografica, si accorgeva di aver ricevuto anche foto ritraenti una minore, indicata dall’interlocutore come figlia della sua attuale compagna. L’immediata attività investigativa consentiva di identificare il soggetto autore dell’illecita divulgazione che, al fine di acquisire idonei riscontri, veniva sottoposto a perquisizione personale, locale ed informatica. All’esito della perquisizione, la Polizia Postale di Roma sequestrava gli apparati telefonici nella disponibilità dell’indagato, successivamente sottoposti ad accertamenti di tipo tecnico-informatico. All’esito dell’approfondimento, all’interno di alcune cartelle rilevate in applicazioni di messaggistica istantanea (Whatsapp e Telegram) venivano rinvenute n. 1256 immagini e n. 449 video dal chiaro contenuto pedopornografico, caratterizzati da particolare efferatezza in quanto coinvolgenti minori in giovanissima età, anche neonati, sottoposti a brutali atti sessuali. Nella circostanza veniva altresì accertato che l’indagato non conviveva con alcuna donna e che le immagini oggetto dell’iniziale segnalazione non si riferivano a minori in qualche modo riconducibili alla sfera relazione del medesimo indagato. La gravità dei fatti documentati permetteva di ottenere l’emissione della misura cautelare coercitiva degli arresti domiciliari, con la prescrizione di non entrare in contatto con terzi diversi dai familiari conviventi, misura che veniva eseguita dagli uomini della Polizia Postale di Roma nel prime ore del pomeriggio odierno.
fonte — http://questure.poliziadistato.it/Roma/