«E’ necessario fare piena luce sull’assurda vicenda che ha portato all’uccisione del giovane maliano Soumaila Sacko ed al ferimento di altri due migranti, Madiheri Drame e Madoufoune Fofana, braccianti agricoli con regolare permesso di soggiorno, residenti nell’area di San Ferdinando, nella piana di Gioia Tauro. Ancora una volta ci troviamo ad assistere ad un fatto di sangue che coinvolge la comunità dei migranti della tendopoli che, nonostante gli interventi migliorativi messi in campo negli ultimi mesi, è costretta da anni in una condizione abitativa inaccettabile ed indegna di un paese civile. Sarebbe ancora più grave e davvero disumano, se all’esito delle indagini, venisse confermato che ad armare la mano che ha sparato contro i tre ragazzi nei pressi di una fabbrica dismessa a San Calogero, sia stato il movente razziale». Lo afferma il sindaco metropolitano di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, all’indomani della morte del 29enne maliano Soumaila Sacko, ucciso a colpi di fucile mentre si trovava nei pressi dell’ex Fornace, una fabbrica abbandonata nel vibonese, nel tentativo di recuperare lamiere e altro materiale utile per costruire un riparo nella vicina tendopoli di San Ferdinando. «Credo sia giunto il momento di affrontare con decisione la questione relativa alla tendopoli di San Ferdinando – ha aggiunto il sindaco – la mancata attivazione dei consueti circuiti di accoglienza e dei necessari processi di integrazione, a partire dall’inaccettabile condizione abitativa, rischia di consegnare i ragazzi della comunità dei migranti, nelle mani dell’illegalità, lasciandoli in balia dei caporali della ‘ndrangheta che ne sfruttano il lavoro, legandoli al ricatto capestro della miseria e dell’emarginazione. Il nuovo Governo affianchi gli Enti territoriali, da anni impegnati per la tutela dei diritti di queste persone, e si faccia carico di questa inaccettabile situazione. Atteggiamenti superficiali, al limite dell’irresponsabilità, non possono essere più tollerati. Soprattutto quando ad alimentarli sono dichiarazioni infarcite di populismo, rilasciate anche da autorevoli esponenti del Governo, che rischiano di generare un clima di odio ed intolleranza, con conseguenze davvero imprevedibili».