(DIRE) – “Nonostante le notizie positive- avverte il Wwf- lo studio ha rilevato che persistono minacce dirette come la distruzione illegale delle foreste, lo sfruttamento delle risorse minerarie, il cosiddetto bushmeat (la caccia di foresta a scopo alimentare) e il bracconaggio praticato soprattutto con trappole a base di lacci, che uccidono gli animali dopo drammatiche agonie. Durante le indagini, le squadre hanno trovato e distrutto piu’ di 380 trappole che, anche se poste per catturare antilopi, possono uccidere o ferire a morte anche i gorilla – in una delle trappole scovate dalle squadre e’ stato infatti trovato il corpo senza vita di un gorilla”. Ma purtroppo “ci sono anche nuove minacce all’orizzonte, tra queste il cambiamento climatico, lo sviluppo delle infrastrutture e lo spettro sempre presente delle epidemie (come ad esempio ebola), che potrebbero velocemente portare all’estinzione le diverse popolazioni”, elenca l’associazione del Panda. “Si tratta di una bellissima notizia per i gorilla di montagna e mostra cio’ che e’ possibile raggiungere nella battaglia per proteggere dall’estinzione la fauna selvatica quando Ong, governi e comunita’ lavorano insieme- dice Isabella Pratesi, direttore conservazione di Wwf Italia- Purtroppo l’elevato numero di insidie incontrate e le numerose altre minacce che affrontano, inclusi i cambiamenti climatici, indicano che la battaglia e’ lontana dall’essere vinta. I tre paesi e i loro partner devono continuare a lavorare insieme per salvaguardare il territorio dei vulcani del Virunga, non solo per la protezione di queste incredibili creature, ma anche per il benessere delle popolazioni locali. La storia dei gorilla di montagna puo’ essere un modello, nonostante le drammatiche difficolta’ e i conflitti, per dare un futuro diverso al cuore verde dell’Africa e ai suoi meravigliosi abitanti”. (SEGUE) (Com/Ran/Dire)
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