L’On. Nicolò: “Siamo dinanzi ad una crisi istituzionale senza precedenti”

Un “balletto” che dura da circa 80 giorni. Il Capo dello Stato avrebbe dovuto conferire sin dall’inizio il mandato a fare il governo, evitando ogni manovra di esplorazione, affidando la responsabilità diretta a coloro che hanno ottenuto maggiori consensi, ovvero a Salvini per il centrodestra, per consentire allo stesso, referente di una coalizione che ha ottenuto il 37%, di individuare la soluzione e successivamente per le stesse ragioni qualora non ci fosse riuscito, interpellare Di Maio, leader dei Cinque stelle, attestatosi con un risultato del 33%. E’ quanto dichiara il Consigliere Regionale Alessandro Nicolò (FdI). Questo doveva essere il percorso naturale e fisiologico rispetto ad una legge elettorale deficitaria e carente e prima di restituire la parola agli elettori, oggi ormai soluzione scontata, di una crisi irreversibile, che potrà avere un solo epilogo, ritornare alle urne auspicando l’introduzione del premio di maggioranza per una legge chiara senza formulazioni confuse che fino ad oggi hanno creato disagi e consentire così agli italiani di fare una distinzione rispetto alle loro scelte. La chiamata di Cottarelli risponde ad una logica già negli anni sperimentata con esiti fallimentari e con gravi ricadute degli indici di povertà, che altro non servirà se non a prolungare un’agonia politica già annunciata dal voto del 4 marzo per i poteri forti e dei suoi referenti politici a Roma e a Bruxelles. E’ necessario fare chiarezza fino in fondo-conclude l’On. Nicolò- consumando quel passaggio auspicato da Giorgia Meloni che riguarda il premio di maggioranza, in grado di offrire soluzioni politiche lineari e un governo forte, europeista si, ma non suddito della Francia e della Germania e dare al paese un indirizzo chiaro su come uscire dalla crisi.

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