Lombardia: aumentano i sindaci che accolgono migranti dopo il Patto tra Comuni

 Il Patto di accoglienza tra i Comuni  unisce tutti  i centri abitati che hanno aderito al Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati.  Il Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati è la rete comunale dell’accoglienza che il ministero dell’Interno ha affidato all’Anci (Associazione nazionale comuni italiani). Nel concreto tutto ciò significa che il Comune dà la sua disponibilità per ricevere una quota di migranti, diventa “ente capofila del progetto” e riceve finanziamenti standard (35 euro a persona) che possono aumentare sulla base dei servizi offerti per l’integrazione . L’alternativa “d’emergenza” è rappresentata dai cd  Cas, Centri di accoglienza straordinaria, che sono dotati solo dei “servizi minimi”: in altri termini un posto letto, un’infermeria e qualcosa da mangiare. Per legge. Sempre stando alla norma, i Cas dovrebbero essere soluzioni temporanee in attesa che si liberi un posto Sprar.

Dal luglio 2017 i flussi migratori su Milano sono diminuiti. “Sono 90% in meno rispetto agli arrivi dell’anno precedente” ha spiegato il prefetto di Milano Luciana Lamorgese che, intervenendo ad un convegno, ha ricordato il ‘modello’ di accoglienza della città.Prima della firma del ‘Patto di accoglienza’ tra i Comuni della Lombardia, erano soltanto 30 i sindaci disposti ad ospitare richiedenti asilo; ora si è arrivati ad un totale di 86 comuni ‘accoglienti’.Nonostante i flussi si siano ridotti e nonostante il funzionamento dell’accoglienza a Milano, molto c’è ancora da fare. “Dobbiamo lavorare affinché le commissioni territoriali siano più rapide” ha aggiunto Lamorgese.

 

MS

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