Per vivere questa giovane e sicuramente forte città dalle case colorate che si affacciano sul fiume Lana, che per decenni ha subito l’isolamento politico fino al 1991- necessita iniziare a vivere Tirana dalla Piazza Skanderbeg, dedicata all’eroe albanese che nel ‘400 difese l’Albania e l’occidente dall’avanzata dell’impero ottomano. La piazza è un concentrato di verde, con giardini pubblici ben curati, il museo storico nazionale e’ imponente e colpisce per la sua grandezza ma soprattutto per il mosaico sulla sua facciata e dove al suo interno è narrata la storia dell’Albania dal paleolitico al comunismo. La moschea di Et’Hem Bey, piccolo edificio islamico ma sorprendente per i suoi splendidi affreschi, ma anche il Municipio e la Banca Nazionale che ricordano il periodo italiano. Il centro della piazza è dominata dalla statua di Skanderberg. Il principale mercato centrale, all’aperto Pazari i Ri, ristrutturato nel 2017, e’ un insieme di sapori e odori culinari albanesi, ed è una zona ottima anche per aperitivi e per cenare. Mentre per la movida c’è il famoso quartiere Bllok, oggi molto animato, un tempo residenza del dittatore. Visitando Tirana é fondamentale visitare il bunk’art 2, che oggi é dedicato alle vittime del regime e del terrore comunista ma che in realtà non è altro che il vecchio ed ex bunker antiatomico sotterraneo costruito in segreto dal ministero dll’Interno nei primi anni ’80, é un’esperienza molto suggestiva. Sparsi per tutta l’Albania si dice che ci siano più 200.000 ‘funghi’ di cemento armato ovvero i bunker, fatti costruire dal dittatore comunista Enver Hoxha intimorito da un possibile attacco esterno, peraltro mai avvenuto, ma che oggi segnano il paesaggio albanese, ricordando il periodo cosiddetto di ‘bunkerizzazione’ del Paese. Vale la pena allontanarsi dal centro, per raggiungere anche il mastodontico bunk’art antiatomico di Hoxha situato ai piedi della montagna Dajti e della teleferica, appena fuori Tirana. In entrambi i bunk’art ci sono percorsi espositivi che raccontano aspetti e la vita quotidiana durante la dittatura. Tirana con il suo stile balcanico, che per decenni ha subito privazioni, la città che fu di re Zog, di Mussolini e di Hoxha, oggi, é una città animata con nuovi simboli del benessere che ha cancellato ma che non dimentica ricordi e immagini dell’ideologia stalinista.
E.N.