Nella mattinata odierna, con inizio alle ore 10.30, si è svolta, presso il Salone degli Stemmi del Palazzo del Governo, una conferenza stampa indetta dal Prefetto Michele di Bari per rendere noti i risultati conseguiti nelle attività di contrasto al fenomeno delle c.d. “vacche sacre”. Sono state così illustrate le tappe del percorso intrapreso per fronteggiare una problematica di particolare complessità ed endemicamente radicata su una vasta area del territorio metropolitano, che è stata affrontata dal Prefetto sin dal suo insediamento. “La strategia elaborata” – ha dichiarato di Bari – “si è rivelata vincente perché fondata sull’adozione di un coordinato piano di azione, condiviso dai diversi attori istituzionali coinvolti e messo a punto attraverso una serie di riunioni alle quali sono stati invitati a partecipare anche i Sindaci interessati”. Infatti, sin dal settembre 2017, in occasione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica tenutosi a Cittanova, è stata avviata la definizione di un apposito Piano di contrasto, da cui sono scaturite le operazioni nei territori maggiormente interessati dal fenomeno, con particolare riferimento alle zone di Terranova Sappo Minulio, Cittanova e Molochio. Oltre ad un potenziamento dei controlli di profilassi sanitaria e di sicurezza della filiera agroalimentare, effettuati nei confronti delle aziende zootecniche e degli impianti di allevamento, l’attivazione della sinergia istituzionale ha consentito di pianificare mirate operazioni di individuazione, narcotizzazione e cattura di numerosi bovini vaganti presenti sul territorio. Unità interforze – integrate da personale della Polizia metropolitana, da veterinari della locale Azienda Sanitaria e da esperti messi a disposizione dall’Ente Parco Nazionale Aspromonte – hanno ad oggi effettuato 16 interventi, consentendo la cattura con narcosi e il controllo di 105 bovini, rinvenuti senza alcun segno distintivo. Secondo quanto previsto dalla vigente normativa, gli animali, non identificabili né rintracciabili, sono stati successivamente abbattuti sotto il controllo veterinario, sulla base di una valutazione dello stato sanitario e dei rischi per la sicurezza alimentare. Importante, al riguardo, è stata la assistenza prestata dal Servizio Veterinario dell’ASP durante tutte le fasi delle operazioni, per assicurare il rispetto delle procedure atte a garantire il benessere degli animali. Nel suo intervento, il Prefetto ha ribadito che la strategia di contrasto messa a punto è stata elaborata nel più rigoroso rispetto della normativa nazionale e comunitaria che disciplina le procedure di sicurezza alimentare, il sistema di identificazione e registrazione dei bovini, nonché la profilassi e la prevenzione del rischio sanitario. Tale aspetto è stato anche rimarcato dal Presidente dell’Ente Parco, che ha evidenziato “l’intelligenza dell’operazione”, parlando di un “protocollo scientifico, perfettamente inscritto nella cornice giuridica di riferimento”. L’attenzione resta alta e, nella prospettiva di una soluzione definitiva del fenomeno, si stanno perfezionando le competenze degli operatori coinvolti, anche attraverso il contributo offerto da professionisti trentini, che hanno consentito il trasferimento al territorio del loro know how specialistico. Il Prefetto ha tenuto, altresì, a sottolineare l’importante contributo fornito dall’Ente Parco, dalla Città Metropolitana e dal Presidente della Regione Calabria che, rispondendo alle istanze degli amministratori locali, ha disposto un congruo finanziamento. Grande soddisfazione è stata espressa dai Sindaci di Cittanova, Molochio e Terranova Sappo Minulio e dal Comitato No Bull, che hanno ringraziato il Prefetto per la determinazione dimostrata nell’affrontare l’atavica questione, i cui risultati sono stati tali da superare il diffuso scetticismo iniziale. Sentimenti di gratitudine sono stati, inoltre, manifestati nei confronti delle Forze di Polizia, evidenziando che quando lo Stato opera in modo coeso, qualsiasi problema può essere risolto. “I servizi interforze effettuati” – ha concluso di Bari – “hanno conseguito risultati lusinghieri non solo sotto il profilo sanitario, ma anche in termini di un efficace contrasto alla criminalità organizzata, reprimendo un fenomeno che è divenuto, nel tempo, un emblema delle prevaricazioni esercitate da famiglie di ‘ndrangheta”.