S.P. – Ci troviamo all’interno dello Showroom Laruffa Luppino, in cui è stata allestita la mostra dell’artista che è al mio fianco, Stefano Costantino. Stefano, cosa ci vuoi dire riguardo la mostra e ai temi che hai toccato?
S.C. – In questa mostra, ho raccolto una piccola selezione del mio lavoro quotidiano, che va dal Vaticano, alla politica, alla moda, allo sport e alla cronaca. Quindi abbiamo un po’ di tutto. Attraverso questi scatti, faccio vedere un po’ come mi muovo, quello che faccio giornalmente e i personaggi che fotografo.
S.P. – Da dove nasce l’ispirazione per scegliere il personaggio da fotografare o piuttosto, un paesaggio?
S.C. – Dalla notizia che c’è al momento e dalla proporzione nazionale e internazionale dell’evento. Io lavoro per un’agenzia internazionale, quindi vado a scegliere il personaggio, la notizia che va più all’estero rispetto a quello che va in Italia. Quindi come si potrà vedere dalla mostra, ho immortalato personaggi come Trump, oppure attori internazionali come Rupert Everett, registi come David Lynch e anche eventi di cronaca italiana, come per esempio il terremoto di Amatrice, che è stata comunque notizia di grande rilievo anche all’estero. Scatti dunque, che girano per il mondo.
S.P. – Cosa ami di più fotografare?
S.C. – A me piace fotografare tutto quello che succede. Fondamentalmente il settore principale, che seguo di più, è il Vaticano. Faccio il vaticanista ormai da svariati anni, quindi l’80% del mio lavoro è concentrato sul papa.
S.P. – A proposito di lavoro, abbiamo visto come nasce la tua passione, ereditata dal papà, cosa consigli a chi vuole intraprendere questa carriera, visto che comunque oggi è molto facile dire “Io sono un fotografo”?
S.C. – Si esatto, è molto facile dirlo. E questo grazie alla tecnologia, che ha agevolato chi vuole fare una fotografia. Ma io dico sempre, tra fare fotografie per ricordo, per raccontare un paesaggio o un bel momento e fare fotografia per lavoro, è molto diverso. Basta studiare, metterci tanta passione, fare tanta gavetta. Io ormai sono 12 anni che faccio questo lavoro e quindi ne ho fatta di esperienza, ho iniziato qui a Reggio. Ho fatto 4 anni a Calabria Ora e poi altri tre di collaborazione con IlMetropolitano e poi sono andato a Roma. Quindi ci vuole ripeto, tanta gavetta e tanta passione, perché è un lavoro duro.
S.P. – Un sogno nel cassetto?
S.C. – Mi piacerebbe continuare così, andare avanti e magari lavorare anche fuori dall’Italia, spostarmi un po’. Ho tanti progetti che sto portando avanti, che nel futuro scoprirete.
S.P. – Allora noi ti facciamo un grosso in bocca al lupo e ti invitiamo a ritornare più volte nella tua terra.
S.C. – Con piacere, io torno spesso durante l’anno, mi piace stare a casa quindi non abbandonerò mai la mia città. Grazie.
S.P. – Grazie a te.