Non si diventa buoni cittadini europei se non si è buoni cittadini nella propria terra, nel proprio comune, ancor prima buoni cittadini nella propria scuola. Il 9 maggio 2018 anche la Calabria festeggia la Giornata dell’Europa e quest’anno segna il 68°della Dichiarazione Schuman da cui nacque la Comunità europea. Con l’allargamento abbiamo dimostrato che intendevamo veramente rendere l’Europa globale e libera:oggi più di 500 milioni di uomini e donne in 28 democrazie vivono in una Unione che condivide istituzioni, una moneta, un concetto di giustizia. Mentre altri Paesi bussano alla porta. Certo, la crisi economica di questi ultimi anni, nel mezzo di una tempesta iniziata altrove, ha messo alla prova la determinazione comune.
L’ultimo Eurobarometro sulle opinioni degli italiani fotografa un paese dove la fiducia nell’Ue cala con l’età e cresce tra chi ha un grado di istruzione più elevato. Il picco si raggiunge tra gli studenti e i giovani di età compresa tra i 15 e 34 anni, categorie dove gli ottimisti prevalgono con percentuali tra il 43 e il 53%. Con il passare degli anni però aumenta la diffidenza nei confronti di Bruxelles.Tra chi ha studiato almeno fino ai 20 anni, il 44% dichiara di fidarsi, tra coloro senza titoli di studio la fiducia invece crolla al 19%. Il 46% degli italiani pensa che il Paese potrebbe avere un futuro migliore se uscisse dall’Unione Europea, è dell’opinione opposta il 43%. Un dato che cambia il risultato del precedente sondaggio del maggio 2017 quando la maggioranza (allora il 45%) era contraria all’uscita. Ora, non vi è chi non veda e riconosca indispensabile, nella nuova fase politica in cui è entrata la costruzione dell’Europa, la funzione della scuola, perché essa dipenderà anche dalla possibilità che si realizzi un grande spazio europeo dell’istruzione e della formazione, senza il quale sarà difficile costruirla. La nuova Europa di questo decennio dovrà irrobustirsi nelle scuole contro i tentativi dei disfattisti ed un antieuropeismo nascente. Gli ambasciatori di questa Europa sono e saranno i giovani. Non sono slogan, ma la pura e semplice realtà. Basti pensare alla Generazione Erasmus che dal 1987 , anno in cui è stato varato il progetto europeo, ha visto quattro milioni di studenti universitari coinvolti, il dieci per cento dei quali italiani. Mentre è di 41.000 il numero di studenti italiani che è previsto nel 2017-2018 partano per andare a studiare in una università straniera.
Nel bilancio europeo per il periodo 2014-2020 alla voce Erasmus (esteso anche alla scuola superiore) è stata prevista la somma di 14,7 miliardi. Anche la scuola calabrese è chiamata a far crescere negli studenti il processo di identità e di cittadinanza e lavorare su processi legati agli aspetti giuridici -istituzionali .Per esempio i nostri ragazzi sono quelli che meno conoscono i soggetti istituzionali dell’Europa.Sono anche quelli che meno conoscono gli sbocchi professionali, i profili professionali che l’Europa è chiamata ad offrire. Ora va di moda parlare male dell’Unione Europea, criticare con forza la sua mancata coesione, la sua moneta forte e debole nello stesso tempo. Certo tutto questo è legittimo ma forse dovremmo anche ricordare l’enorme investimento fatto dall’UE in particolare nel mondo della scuola, anche calabrese dove,nel corso di questi anni, le attività proposte nelle classi, assolutamente gratuite, sono state moltissime e variegate, dal potenziamento delle lingue straniere, delle discipline scientifiche alla costituzione di laboratori didattici. Un notevole mondo di conoscenze, saperi, attitudini, capacità travasato nel mondo della scuola, praticamente senza sosta, ininterrottamente. Certo non tutto è stato utilizzato al meglio ,si poteva fare di più e con risultati più incisivi ma cosa mai avrebbe potuto fare da sola la nostra poverissima scuola. Uno sforzo finanziario così ingente aveva ed ha alle spalle un grande progetto dell’UE: l’unione dei popoli europei attraverso il linguaggio della cultura che è sperabile sia potenziato. Il Miur, per esempio, ha in questi giorni approvato ,nell’ambito del Fondi Strutturali Europei PON 2014-2020 ,le graduatorie delle scuole di ogni ordine e grado che hanno presentato progetti per la realizzazione di laboratori innovativi per lo sviluppo delle competenze di base e di laboratori professionalizzanti in chiave digitale. Per la Calabria si tratta complessivamente di 291 progetti per un ammontare di 26.620.00 euri. Per citare solo alcuni dei settori di finanziamento previsti. Ci confortano, intanto, gli ultimi dati che danno in controtendenza i valori relativi all’utilizzo dei fondi UE nella nostra regione. La gestione delle risorse, che va rafforzata, resta tuttavia una sfida ancora complessa che la Calabria può e deve vincere, così come è importante la socializzazione della ricaduta di questi investimenti. E allora, per concludere, insegnare l’Europa non sembri una cosa risibile o inutile. Occorre una nuova pedagogia della cittadinanza perché l’Europa di oggi e del domani non potrà essere realizzata senza o contro i giovani. Così come la deputazione europea della nostra circoscrizione elettorale, l’attuale e quella che fra un anno si rinnoverà, dovrà farsi carico in Europa di veicolare un messaggio forte e chiaro e contribuire a riempirlo di contenuti e azioni sociali, politiche, culturali ed economiche. Non si costruisce l’Europa senza e tantomeno contro il Mediterraneo, dove la nostra Calabria svolge la funzione di regione cerniera a cavallo di due grandi culture. Sarebbe come formare una persona senza tener conto o contrastando la sua infanzia e la sua adolescenza.
8 Maggio 2018 Guido Leone
già Dirigente tecnico USR Calabria