Reggio Calabria Si è tenuta ieri in serata, al Cine Teatro Metropolitano la conferenza stampa del Movimento Nazionale per la Sovranità che ha visto al centro del dibattito le infrastrutture della Città Metropolitana.
Seduti al tavolo i vertici nazionali del partito Alemanno e Menia; il nuovo senatore in quota MNS Barbaro; i Commissari locali Siclari e Germanò rispettivamente provinciale e cittadino; Vitale presidente della Fondazione Mediterranea; Caratozzolo segretario nazionale SUL Porti ed il giornalista Toscano. Due ore circa di esposizioni con punti di vista differenti sull’importanza che le infrastrutture hanno per lo sviluppo del territorio Meridionale e nel caso specifico per la Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Non si può nominare la Città Metropolitana, senza parlare del suo principale fautore, e cioè Giuseppe Scopelliti, che all’epoca si spese in un pressing asfissiante sul Governo Berlusconi per ottenere questo nuovo ed importante traguardo che avrebbe migliorato il volto della sponda calabrese dello Stretto. Scopelliti che oggi con dignità sconta una pena anche per aver fatto divenire Reggio Calabria crocevia del Mediterraneo. Una peculiarità che stava regalando grandi soddisfazioni ai reggini e che ha visto in quel preciso periodo storico la realizzazione e la progettazione di importanti infrastrutture che hanno cambiato il volto della città, alcune delle quali realizzate addirittura dall’attuale amministrazione ed altre che dovranno essere ultimate.
Insomma la lungimiranza dell’azione del Centrodestra di allora è ancora oggi tangibile come ricorda Ernesto Siclari, che incalza l’attuale governance cittadina, rea di non aver una programmazione e soprattutto di mortificare la naturale vocazione turistica del territorio con scelte che vanno nell’opposta direzione.
Discorso ripreso anche da Franco Germanò che nel suo lungo intervento ha tracciato la parabola della città, oggi irriconoscibile, finendo per lanciare l’ennesimo allarme sulla probabile realizzazione di un centro accoglienza su una delle banchine del porto di Reggio Calabria.
Pino Toscano ha invece messo in evidenza l’incapacità dell’ amministrazione comunale di avere una visione programmatica di lungo periodo e, tramite una serie di vicende portate ad esempio, ha segnato un solco tra la vecchia amministrazione e l’attuale. Enzo Vitale ha ricordato quanto fatto in passato per far apprezzare la nostra città e farla divenire un importante realtà dell’area Mediterranea.
Daniele Caratozzolo ha invece espresso la preoccupazione di molti lavoratori del Porto di Gioia Tauro, la più grande infrastruttura della Città Metropolitana di Reggio Calabria, che oggi vive un momento di seria crisi economica. Claudio Barbaro, da meridionale, ha rimarcato l’assenza di adeguate infrastrutture nel profondo SUD, un gap che si ripercuote inevitabilmente sulla qualità della vita della gente. Il neo Senatore della Repubblica, ha voluto portare il saluto di Peppe Scopelliti alla platea, era infatti stato in visita ed ha dato notizie confortanti sulla salute dell’ex-presidente della Regione Calabria.
Roberto Menia inizia il suo intervento affascinato dalla proiezione di un filmato ad inizio conferenza sulle infrastrutture realizzate negli anni del governo del Centrodestra in città mettendo in evidenza che seppur vi furono i noti problemi col bilancio nei fatti molto fu realizzato e progettato in quel periodo. Connessioni, trasporti ed intermodalità devono essere al centro dell’agenda per lo sviluppo del territorio.
Ha concluso gli interventi il Segretario Nazionale Gianni Alemanno, dopo un sentito passaggio sull’esito della vicenda processuale di Scopelliti ha messo in luce le criticità infrastrutturali dell’intero Meridione, un’arretratezza ed una mancanza di infrastrutture “pesanti” e “leggere” che ci costa miliardi ogni anno, che ci fa perdere forza lavoro costringendo i nostri giovani ad emigrare. Un punto importante la mancanza dell’alta velocità ferroviaria che si ferma oggi a Salerno. Infine l’ex sindaco di Roma ha insistito sulla necessità di andare a Bruxelles e cambiare quanto sta uccidendo la nostra economia.
Fabrizio Pace