Roma 18:50 – Il segretario “reggente” del PD, Maurizio Martina, quest’oggi ha voluto chiarire con il popolo degli elettori del PD quelli che secondo lui saranno i passi prima di dire sì ad un governo PD-M5S. Intervenendo a L’Intervista di Maria Latella su Skytg24 ha spiegato dalla riunione della direzione che si terrà il prossimo 3 Maggio, non verrà detto ne sì ne no a Di Maio in merito ad un Governo, ma solo se si comincerà oppure no un confronto sui temi principali per poter crearlo. “Il 3 maggio non dovremo decidere se fare o non fare un governo con M5s ma se iniziare un confronto, entrare nel merito delle questioni, capire se ci possono essere punti d’intesa. Siamo forze molto diverse e la strada è in salita. Ma i presunti vincitori del voto del 4 marzo non hanno offerto prospettive e ipotesi concrete per il Paese. Credo che arrivati a questo punto sia giusto capire se esiste la possibilità di un confronto; Se la direzione del 3 maggio darà il via libera al confronto con i Cinque Stelle penso sia giusto che l’eventuale esito finale di questo lavoro venga valutato anche dalla nostra base nei territori con una consultazione”. Per Martina un Governo Salvini oppure un ritorno alle urne non sarebbero salutari per il nostro paese. Inoltre sottolinea e pone l’accento sul fatto che lui ed il PD difenderanno sempre il lavoro fatto dai governi PD di questi anni. Quindi con quelle parole si intenderebbe mantenere la Legge Fornero ed applicarla fino in fondo, difendere il Jobs Act, la Buona Scuola etc etc etc. Tutte voci che invece per i cinquestelle, almeno fino a prova contraria, sarebbero da modificare, se non cancellare. Infatti a sostegno del ragionamento Martina afferma : ” Ora il tema è quello di sfidare i 5 stelle sui nostri temi e capire se esiste la possibilità di un’agenda condivisa di impegni per l’Italia su alcune priorità essenziali”(Ansa.it). Ad ascoltare i discorsi delle due parti, oltre a capire che forse per avere un governo si andrà avanti fino alle “calende greche”, sembrerebbe che, citando Giuseppe Bottazzi in arte Peppone, una parte dica “trtelli mentre l’altra capisce ravioli”.