Trascorrere al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria le festività del 25 aprile, anniversario della Liberazione d’Italia, e del 1° maggio, festa del lavoro, è una fantastica opportunità offerta ai cittadini e ai tanti turisti che visitano il territorio. Il MArRC, infatti, sarà aperto al pubblico regolarmente, dalle ore 9.00 alle 20.00 (con ultimo ingresso alle ore 19.30). I visitatori potranno ammirare non solo i Bronzi di Riace, tra i capolavori più famosi al mondo, ma anche le innumerevoli meraviglie archeologiche e culturali della collezione permanente e delle esposizioni temporanee. Sarà aperta fino al 25 aprile la mostra “Dioniso. L’ebbrezza di essere un dio”, organizzata in collaborazione con la fondazione Intesa Sanpaolo. È stata prorogata fino al 6 maggio la mostra sulla biodiversità del Parco Nazionale dell’Aspromonte, sempre al livello E. In piazza Paolo Orsi, infine, l’esposizione “L’impronta dell’antico. Calchi moderni al Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria. Giovedì 26 aprile, l’appuntamento con gli ospiti del MArRC è alle ore 17.30 nella sala conferenze per l’incontro con lo storico Pasquale Amato sul tema “Tra Atene e Sparta. Viaggio nel variegato mondo ellenico delle Poleis”, nell’ambito del Ciclo di conferenze di Storia Globale in collaborazione con il Centro Internazionale Scrittori della Calabria. Interverranno in apertura: il direttore del Museo, Carmelo Malacrino, e la presidente del CIS Calabria, Rosita Loreley Borruto. «L’universo ellenico delle poleis inventò la civiltà europea grazie alla sua dinamica e vorticosa creatività, generata dalla competizione costante tra soggetti indipendenti e gelosi delle loro rispettive identità», dichiara il prof. Amato. «Nello scenario multiforme che dalla penisola greca e dalle isole dell’Egeo si estese, per effetto di migrazioni, al Mediterraneo e al Mar Nero, Atene e Sparta incarnarono due concezioni antitetiche di cultura, di società e di governo. Tuttavia, il filo conduttore comune di tutte le esperienze fu lo spirito laico della polis, il passaggio che essa in vari modi rappresentò dal regno del mito alla sovranità della ragione». E ancora: «I nostri progenitori furono i primi a inventare o rielaborare una molteplicità di conoscenze in uno spettro ampio di attività (la filosofia, la storia, la geografia, il teatro, la medicina, la matematica, la geometria) e a sviluppare a livelli eccelsi tutte le arti. Furono i primi a immaginare e sperimentare le più svariate forme di governo e di Stato (dall’oligarchia alla tirannide e alla democrazia); i primi a riflettere sulla politica, a osservarla, a descriverla e commentarla elaborando teorie di scienza politica; i primi a ideare e organizzare i partiti come strumenti della lotta politica munendoli di programmi, linee di comportamento e strategie di vasto respiro». Il direttore Malacrino commenta: «Il MArRC vuole essere un museo vitale, affermandosi sempre più come un laboratorio inclusivo e dinamico di cultura, anche grazie alla collaborazione attiva e proficua con le associazioni, gli enti del territorio e i cittadini. La cultura non può essere qualcosa di statico: è l’identità intangibile che si rinnova attraverso la creatività e la diffusione di conoscenze. E queste si sviluppano nel confronto e nella ricerca». Responsabile Ufficio Stampa: Emanuela Bambara, mn-rc.ufficiostampa@beniculturali.it, emanuela.bambara@beniculturali.it.