Scopelliti: Il Presidente!

Riceviamo e Pubblichiamo

Sabato 31 Marzo alle 10 in punto di mattina mi squilla il cellulare ed appare la scritta “Presidente”: “buongiorno Massimo, tutto bene? La mamma come sta? Auguri per domani a sua moglie ed al giovanotto ed un abbraccio forte!”. Questo è il mio Presidente! Un uomo conosciuto quando era il rappresentante d’Istituto del mitico “A. Righi” ed incontrato di nuovo quando sono entrato in Consiglio regionale nel 1998 e lui era il Presidente del Consiglio regionale, il più giovane ma già il più bravo. Da allora per me è rimasto il “Presidente” e non ci siamo più “lasciati”! Non siamo amici nel senso comune del termine, uscite goliardiche o viaggi di piacere, ma il rispetto e la stima che ci unisce è enorme, fuori dal comune. Un rapporto che ci ha visto sempre usare il “lei” per rivolgerci l’uno all’altro, come se fossimo distaccati e professionali, e invece è sempre stato il nostro modo di volerci bene, di tutelarci e riservarci, di mostrare una faccia riservata della nostra fiducia. Non credevo in questo epilogo triste, e non ci credo ancora oggi, ma la frase che mi torna in mente spesso e che riecheggiava nelle nostre stanze durante tutte le nostre esperienze amministrative è: “siamo giovani e torneremo”. Pensandoci bene sorrido perché i cinquanta sono una realtà, ma riflettendoci a fondo e guardandomi in giro, dico che quella frase pronunciata in altri contesti è più attuale di quello che si possa pensare.

Il presente è duro, ingiusto ma se c’è una cosa equa è il tempo: tutto passa, soprattutto le brutte esperienze! E se c’è una cosa che fortifica più delle altre è senza dubbio il dolore che si è costretti ad affrontare e metabolizzare, per aver troppo amato, senza mezze misure, la propria città. SCOPELLITI, una persona perbene, leale, generosa, che per onorare il mandato politico non ha risparmiato di sacrificare spesso gli affetti più cari, ponendo, prima del suo, il bene della sua comunità. Ho lavorato dal primo giorno del suo insediamento al comune nel 2002 fino all’ultimo nel 2010, e quando sento parlare del “modello Reggio” come di una mostruosità, provo un senso di mortificazione incredibile, pensando a come quegli anni di grande lavoro e di risultati eccezionali, vengano oggi catalogati. Ricordo con ammirazione la prima giunta Scopelliti, quella dei grandi passi, di cui ne facevano parte brillanti Magistrati ed integerrimi Generali della Guardia di Finanza, quella che ha “creato” la Reggio Calabria di cui ci siamo tutti innamorati subito. E ricordo bene anche il consiglio comunale dove l’attività intensa, sia della maggioranza che dell’opposizione, era costante, frenetica ma sempre rispettosa delle necessità della cittadinanza.

La forza del Presidente è quella di motivare tutti coloro che partecipano ad un progetto mostrando loro il futuro come un obiettivo alla propria portata, riuscendo a far vedere, se non toccare con mano, il traguardo da raggiungere. E’ stato detto che in quegli anni si sono distratte somme dai capitoli del bilancio per finanziare feste e festini, soubrette e inutili eventi, come se il reggino fosse il romano dei tempi di Augusto, dove gli spettacoli al Colosseo erano l’oppio per nascondere la triste realtà. La verità è che i servizi non hanno mai funzionato bene come in quegli anni, raggiungendo risultati inaspettati da tutti, tranne dal Presidente, e che le “distrazioni” richiamate non si comprende a discapito di chi o di cosa siano avvenute. Mai risorse furono tolte ai servizi sociali, anzi, l’assistenza e l’attenzione posta in questo settore sono stati sbalorditivi per 8 anni consecutivi, senza mai un cedimento. Ricordo con piacere i progetti “A casa dei nonni” ed “A spasso con i nonni”, dove servizi puntuali di navette accompagnavano i nostri cari anziani alla posta o dal medico, oppure venivano supportati presso le proprie abitazioni con garbo, educazione e grande disponibilità.

L’assistenza alle famiglie in difficoltà e l’aiuto puntuale verso chi doveva affrontare viaggi della speranza per problemi di salute, e non solo. Nessuna somma è mai mancata alla manutenzione ed ai lavori pubblici, basti pensare l’attenzione maniacale che fu data a TUTTE le strade di Reggio, anche le traverse più irrisorie, con asfalti continui e lavori costanti. La riqualificazione delle periferie con i lungomari di Catona e Pellaro, con passeggiate, piazzette e panchine nuove; le piazze Orange e Sant’Anna riportate ad antica bellezza; piazza Castello strabiliante; la creazione di rotatorie e corsie preferenziali che fino ad allora in città non si erano viste. L’edilizia scolastica come costanza della sicurezza per i nostri ragazzi, pulmini e mense presenti ed efficienti, il problema della mancanza dell’acqua affrontato con decine di autobotti e manovratori sempre disponibili ed interventi immediati dove perdite e giardinaggio selvaggio facevano il resto. Potenziato da subito il settore ambiente, prima con delle cooperative per una pulizia capillare e poi con un servizio di nettezza urbana puntuale, moderno e diligente, e la città brillava fin dalle prime luci dell’alba. Parchi e giardini sempre curati ed in bella mostra di se, per non parlare delle aiuole e degli alberi del lungomare “Falcomatà”, attenzionati e destinatari di cure continue, e che addirittura nel periodo estivo diventavano aree di un “turismo” botanico unico al mondo.

Neanche il settore sport è mai stato oggetto di tagli e privazioni di risorse, le palestre, i campi di calcio e calcetto fiorenti e funzionali, associazioni sportive e squadre della città sempre sostenute, di qualsiasi attività e di qualsiasi livello agonistico. Meno che mai fu tolto niente per la sicurezza e l’edilizia pubblica; pensiamo che in quegli anni fu potenziato l’organico dei VVUU e che giravano a piedi nelle periferie da Catona a Pellaro tutti i giorni, che fu bonificata l’intera area dell’ex “208”, e che decine se non centinaia di alloggi popolari furono terminati e consegnati alle famiglie bisognose in graduatoria. E che dire dei trasporti pubblici? Vedendo gli investimenti che furono fatti con l’acquisto dei nuovi bus dell’ATAM e di tutta la ristrutturazione della logistica annessa, anche qui direi nessuna privazione di risorse è mai avvenuta. Poi c’erano la Cultura ed il turismo, vero fiore all’occhiello dell’Amministrazione.

Viene da sorridere se ricordiamo gli eventi culturali di qualsiasi genere in città con un susseguirsi di manifestazioni ed inaugurazioni eccellenti. Pensiamo a “Villa Zerbi” ed alle centinaia di mostre culturali che ha ospitato ed alle decine di persone che ci lavoravano; pensiamo al Castello “Aragonese” come cornice di programmi televisivi sulla RAI in prima serata; pensiamo al lavoro certosino che fu fatto per reperire, catalogare e riproporre decine di reperti storici della città nella “Pinacoteca” cittadina, la cui inaugurazione fu un evento di rara emozione generale; ed il cuore della cultura di Reggio Calabria, il teatro “F. Cilea”, rinato in tutta la sua armoniosa bellezza e protagonista di stagioni indimenticabili per i cartelloni che proponeva. Turismo e cultura, e mi vengono subito in mente le stagioni estive in cui i ragazzi, non solo della città ma anche dell’intera provincia, potevano usufruire del progetto “Passaporto per l’Europa”, dove con una spesa minima trascorrevano sette giorni nell’isola maltese coniugando vacanze e studio della lingua inglese in strutture di eccellenza. Potrei continuare ma il risultato non cambierebbe ma allora queste “distrazioni” del bilancio di cosa hanno privato il reggino? Ma soprattutto le “distrazioni” che sarebbero avvenute sono avvenute per creare nuovi servizi alla città ed ai suoi abitanti, o per il becero arricchimento personale? Quando è stato creato il servizio “ChiAma Reggio” è stata una distrazione di risorse o un servizio utile alla città che impiegava circa 30 persone? Ricordo che funzionava benissimo e risolveva qualsiasi problema il cittadino ponesse. Possibile che gli investimenti rivolti ad eventi di spettacolo ed intrattenimento, in un contesto più che giustificato di interesse generale come la notte bianca ( che ricordo essere stata partecipata da centinaia di migliaia di persone) in OTTO anni di ineccepibile amministrazione, certificano Reggio Calabria come la città dei balocchi? O forse la presenza di un paio di volte di RTL 105 sul lungomare nel periodo estivo non è stato un investimento più che fruttuoso per la città e la sua economia diventando un fattore di attrazione eccezionale? Quali servizi dopo tali investimenti più che motivati sono peggiorati o sono stati tagliati in quegli anni? Nessuno, anzi, aumentavano di giorno in giorno, come le statue di Rabarama, una spesa inizialmente definita inutile e che invece si è rivelata fin da subito azzeccatissima per la via Marina di Reggio Calabria, trasformando queste opere d’arte nel simbolo indiscusso con cui viene identificato oggi il nostro lungomare nel mondo. Un polo di attrazione turistica a cielo aperto continuo.

Turismo, questa parola che il Presidente ritiene da sempre fondamentale per lo sviluppo della nostra terra e che è stata motore di quegli anni del “modello Reggio”, dove le navi da crociera giungevano tutte le settimane con migliaia di persone a bordo e l’aeroporto dello stretto era un via vai di compagnie straniere con collegamenti internazionali con mezza Europa. Per OTTO anni, non per un giorno. E la conseguenza di questo grande impegno, di questi risultati ineccepibili, di una elevata qualità dei servizi e del benessere generale non poteva che far giungere un altro risultato eccezionale a Reggio Calabria: il riconoscimento di “Città Metropolitana”! Com’è possibile immaginare tutti questi traguardi raggiunti e non avere il consenso della gente, della propria gente? Ha creato un consenso enorme? Vero, perché ha ottenuto risultati enormi che il cittadino ha voluto premiare, o forse non si basa su questo il rapporto che lega elettore ed eletto? Forse il Presidente ha influenzato il 70% dei reggini raggirandoli nel pensiero e nella loro capacità di percepire la realtà? O forse le “distrazioni” erano al fine di avvantaggiare se stesso o qualche altro? Il Presidente SCOPELLITI, per OTTO anni, ha guidato Reggio Calabria con capacità e coraggio, portato risorse in città che nessun altro avrebbe potuto fare, trascinato in riva allo stretto Sottosegretari, Ministri, Presidenti del Consiglio, addirittura sedute del Consiglio dei Ministri, ottenendo presidi di legalità e sicurezza in termini di strutture ed uomini, basti citare l’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati.

Le risorse impiegate per così tanti risultati e progetti raggiunti, non sono state sottratte ad un tesoretto nascosto nelle segrete di Palazzo San Giorgio, ma sono il frutto della sua grande capacità personale di mostrare attraverso i suoi occhi il traguardo da raggiungere e del suo grande coraggio di difendere gli interessi della città da tutto e da tutti. In una terra come la Calabria, in una città come Reggio Calabria, il Presidente SCOPELLITI ha attraversato la diffidenza della gente, le difficoltà della burocrazia, l’inerzia delle istituzioni, si è sottratto ai tentacoli dell ‘Ndrangheta, ha trasformato Reggio Calabria in una capitale metropolitana, e di tutto questo è stato giudicato “colpevole”, colpevole di amare in maniera oltremodo esagerata la sua città. Penso, e credo di non sbagliare, che come me molti reggini oggi, anche suoi oppositori politici, si sentano “colpevoli” come lui e che desiderino condividere con lui l’amarezza del presente per poter meglio gioire delle sorprese che il futuro saprà riservare.

Massimo Pascale

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