Il centrodestra ha deciso, al prossimo giro di consultazioni, di presentarsi insieme dal Presidente della Repubblica. Una risposta a Di Maio?
Cicchitto – Certamente, il centrodestra ha deciso di non suicidarsi in anticipo e ha fatto la mossa più ovvia di questo mondo. Di Maio aveva detto “io non riconosco il centrodestra come coalizione,” e si è andato a cercare la risposta più ovvia “se non ci riconosci ci riconosciamo da soli e la prossima volta alle consultazioni andiamo dal Presidente della Repubblica insieme “. Del resto il leader di M5s ha dimostrato grande arroganza. Il centrodestra come coalizione ha fatto eleggere insieme deputati e senatori negli uninominali, un fatto.
Ma non è che lo strumentalismo di Di Maio poggi anche su qualche sirenetta interna al Pd?
Cicchitto – Può essere anche che qualcuno del Pd, che non chiede altro che un’intesa con m5s, e sta con il piattino in mano, gli abbia suggerito la strategia. Lui ha seguito questo suggerimento e ha anche fatto un altro cambiamento. La riprova è che giorni fa ha detto che trattava con il Pd se si ‘derenzializzava’. Oggi Di Maio dice che prende in considerazione tutto il Pd, Renzi compreso.
E’ stato anche dichiarato che ci sono affinità programmatiche tra M5s e Lega.
Cicchitto – Esatto, ribadisco che siamo di fronte allo strumentalismo più totale Mi consenta di dire che siamo tornati alle mosse più normali che si facevano ai tempi della prima Repubblica.
A proposito della Prima Repubblica, c’è chi ha paragonato questa situazione a quella creatasi nel 1976. Secondo lei è vero?
Cicchitto – No, era una una situazione assolutamente diversa (https://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_politiche_italiane_del_1976) Allora si trattava della quintessenza dei partiti politici intesi nel senso più tradizionale. E di due potenze, la Dc e il Pci, di cui si sapeva tutto e che trattavano a viso aperto su un programma minimo abbastanza visibile. Non dimentichiamo la difficoltà dell’economia italiana in quale momento.
Oggi perché non è così?
Cicchitto – Oggi si sa molto di più della Lega perché è strutturata come partito. Ha espresso posizioni che ha affrontato in modo chiaro, in primo luogo l’immigrazione, ma poi anche la legge Fornero e così via. Ha una struttura interna, una democrazia interna. Insomma abbiamo una realtà che ha avuto un suo percorso, ha tolto il nome nord con un congresso, insomma il percorso politico è assolutamente trasparente. Molto meno trasparente il M5s.
Ci può spiegare meglio?
Cicchitto – Nella legislatura appena conclusasi ho fatto il presidente della Commissione Esteri della Camera. Avevo in commissione la rappresentanza grillina guidata da Di Battista, abbiamo discusso in Commissione e in aula una mozione molto circostanziata sull’uscita dalla Nato, sull’uscita dall’euro e così via. Bene quando è partita la campagna elettorale queste posizioni sono state annullate. Anzi recentemente Di Maio ha detto ‘noi rimaniamo nella Nato in Europa e nell’Euro”.
Avrà riflettuto e cambiato idea. Non crede?
Cicchitto – Un’idea si può anche cambiare ma non scherziamo. In un partito normale, anche in un partito a guida personale, carismatica, un cambiamento del genere richiede l’assemblea dei gruppi parlamentari, voto, controvoto. C’è stato un cambio totale di linea strategica non di questioni secondarie e mi pare nessuno abbia alzato un dito all’interno del M5s.
Quindi?
Cicchitto – Quindi ci troviamo di fronte a una struttura politica atipica rispetto alla normalità che a me fa venire i brividi nella schiena. C’è un nucleo dirigenziale, non trasparente, che manda le indicazioni che vengono subito seguite. Se poi aggiungiamo che il loro statuto prevede che chi non le segue viene espulso e deve pagare pure centomila euro… In sostanza ci troviamo di fronte a una struttura politica che ha un regime interno autoritario e obiettivi, anche esterni, che, anch’essi, mettono in discussione sia la democrazia rappresentativa sia i partiti.
Forse non è un caso che venga usata la parola ‘capo’ per indicare Di Maio…
Cicchitto – C’è uno statuto che dice che Di Maio può nominare i capigruppo, il direttivo del gruppo, e poi statuto speciale per cui Di Maio, la Casaleggio associati e il loro centro di comunicazione stabiliscono tutto. Chi non si allinea viene espulso e paga pure una multa di 100mila euro Per la multa, siccome siamo ancora in uno stato di diritto, si può contestarla in tribunale ma, se mi attengo alla sostanza siamo in presenza di uno statuto che non è autoritario è ultra autoritario.
A questo punto quanto giudica praticabile un governo del presidente a tempo?
Cicchitto – Per capire di più dobbiamo aspettare dieci, quindici giorni. Può darsi, infatti, che le forze in campo oggi, trovino un’intesa anche se siamo in presenza, dai miei ricordi liceali, di un ‘periodo ipotetico di secondo tipo’ (fatto incerto, di dubbia realizzazione ndr).
Crede sia possibile?
Cicchitto – C’è un punto interrogativo. E’ sempre possibile che il Pd decida di suicidarsi in diretta televisiva e raccolga l’appello dell’on. Di Maio e si possa andare in questa direzione. Oppure seconda ipotesi: c’è un chiarimento di fondo, ma credo di rottura, tra Lega e Berlusconi. A quel punto si va a governo Lega e M5s. Tutte e due le operazioni sono difficilissime. Se saltano tutte e due veniamo alla possibilità che lei ha accennato, cioè un Governo del Presidente. A quel punto però rovescio la domanda: prevarrà la paura, che comunque c’è da parte di tutti, di andare alle elezioni anticipate o prevarranno le reciproche repulsioni?
In che senso? Me le può sintetizzare?
Cicchitto – Vediamo, c’è una repulsione di M5s nei confronti di Berlusconi, c’è una repulsione della Lega nei confronti del Pd. Allo stato c’è una repulsione del Pd nei confronti della Lega e M5s. Se le repulsioni non vengono smorzate, altro che Governo del Presidente!
In questi giorni sembra proprio che ci sia tempo per prendere tutte le decisioni. Quanto crede possiamo andare avanti prima che i mercati si preoccupino?
Cicchitto – Questo è un punto importante. Alcuni si stanno dimenticando che esiste l’economia, i mercati, la situazione finanziaria. In questo momento abbiamo messo da parte la struttura a favore della sovrastruttura, cioè delle manovre politiche, che pure possono appassionare. Finora il mondo degli affari sta a guardare che cosa stiamo combinando. Ci daranno un altro mese di tempo ma se tra un mese non avremo un governo, cominceremo a ballare anche dal punto di vista economico e finanziario.
Lei dopo tanti anni non è un più in parlamento come vivrà questa fase
Cicchitto – Avevo deciso di non presentarmi, poi ho voluto fare una testimonianza di solidarietà a degli amici che avevano una qualche possibilità di riuscita e quindi mi sono presentato al Senato come capolista in due regioni. Sapevo che era una missione nettamente impossibile questo al netto dello tsunami che poi ha risolto qualunque problema con i l voto del 4 marzo. Affronto questa situazione con tratto politico-culturale e grande curiosità. Per un verso sto lavorando a scrivere una storia di Forza Italia e dall’altro ho fatto nascere insieme ad altri amici l’Associazione ReL (riformismo e libertà) sulla politica estera, economica, internazionale. Ci sono molti modi per far politica con passione, mi creda.*Fabrizio Cicchitto, 77 anni, è da più di40 anni sulla scena politica italiana. Ex socialista ha partecipato alla vita parlamentare dal 1976 come deputato e senatore. Figura di spicco nella politica italiana ha aderito a Forza Italia in seguito al Pdl per separarsene poi con il Ncd e successivamente con AP. Nelle ultime elezioni non si voleva presentare ma ha poi deciso di entrare nelle liste di Civica Popolare con cui non è stato eletto. https://it.wikipedia.org/wiki/Fabrizio_Cicchitto