«Accolgo favorevolmente la decisione di Di Maio circa la rinuncia al secondo stipendio, anche da parte di alcuni componenti del movimento, azione che prende avvio dopo l’esempio dal Presidente del Parlamento Europeo che, oltre ad aver scelto di dire no all’auto blu, ha rinunciato a 468 mila euro, l’indennità che avrebbe dovuto ricevere da Bruxelles negli ultimi tre anni come ex commissario Ue. Una rinuncia fatta per una “scelta di coscienza”. Va bene ridurre il costo della politica e sono d’accordissimo, e sarà anche un nostro punto del programma, ma non è una novità. Quello per cui siamo stati chiamati e votati è ben altra cosa: è recuperare oltre 900 miliardi di euro l’anno (tra elusione ed evasione, tra sprechi della sanità e bandi europei) che incidono, invece, nella vita di tutti i giorni dei nostri cittadini. Vorrei che s’iniziasse a parlare di cose ancora più serie». Il senatore Marco Siclari commenta con toni realistici le ultime notizie concernenti il “taglio degli stipendi” o alla rinuncia alle indennità, riportando la questione su un piano concreto e non di mera demagogia acchiappa consensi. «Non può che farmi piacere vedere che il Movimento 5 Stelle stia prendendo come riferimento l’esempio del Presidente Tajani che è stato sicuramente il primo politico italiano a fare questa scelta. È una decisione personale che anche Mara Carfagna ha condiviso. Una scelta personale che, però, non può essere l’unico segnale. Adesso, si deve governare. È il momento che la politica si occupi di politica e delle vere emergenze dei cittadini, in primis le diseguaglianze sociali, dalla disoccupazione alla povertà passando dall’assistenza sanitaria e dalla sicurezza. Chiedere di governare il paese significa occuparsi di cose molto più impegnative dei 2 milioni di euro da recuperare in 5 anni. La vera scommessa, il nostro vero obiettivo è quello di trovare le soluzioni adeguate per far recuperare la dignità al nostro paese ed ai nostri cittadini e le loro famiglie». Per passare ad un piano concreto Siclari guarda agli sprechi che in Italia sono una vera emorragia mai realmente tamponata. E il neo senatore di Forza Italia in merito ha le idee ben chiare: «Occorre concentrare il lavoro, le azioni su come garantire assistenza sanitaria a tutti, recuperando 20 miliardi di spreco l’anno, utilizzare i fondi europei per il rilancio infrastrutturale ed economico del nostro paese, in particolar modo del Sud creando occupazione stabile. La Ue ha destinato 43 miliardi di euro all’Italia tra l 2014 e il 2020. Ma, finora, ne abbiamo usati solo poco più del 2%. Dobbiamo invertire la rotta – ha dichiarato Siclari – garantire sicurezza a tutte le famiglie italiane dentro e fuori casa loro, approvare la flat tax per aiutare tutti gli imprenditori e professionisti italiani ed evitare che chiudano, considerando che nel 2017 sono state 93 mila le imprese su tutto il territorio ad avviare procedure di default o di uscita volontaria dal mercato andando ad accrescere il dato della disoccupazione già allarmante, che vede oltre 3 milioni di italiani in cerca di un lavoro. La situazione non è più tollerabile, oggi in Italia si muore di disoccupazione e a chi fa politica questo dato non può rimanere indifferente – ha concluso Siclari – dobbiamo occuparci di quel 30% di giovani disoccupati che lasciano la loro terra per cercare lavoro altrove, di quel 36% di pensionati sotto i 1.000 euro che lottano per i generi di prima sopravvivenza, del 33% di malati che rinunciano o rinviano le cure per mancanza di denaro o per sfiducia/ inefficienza dal sistema sanitario nazionale. La lista delle reali priorità è tristemente lunga, basti pensare ai dipendenti pubblici vittime della legge Fornero, a tutto il Meridione privo di infrastrutture, dobbiamo lavorare e pensare a come recuperare gli 800 miliardi l’anno tra elusione ed evasione fiscale. Insomma, sui vitalizi eccessivi siamo tutti d’accordo ma adesso torniamo ad occuparci delle cose serie». Non fa sconti Marco Siclari e, invitando tutti a riportare i piedi per terra con dati poco incoraggianti, chiede alla politica di lavorare su contenuti che possono cambiare in meglio le sorti delle famiglie, dei giovani, delle imprese, dei professionisti e delle fasce più deboli, anziani, donne, bambini e nuovi disoccupati perché «adesso abbiamo Camera e Senato rinnovati per il 65% per cui nessuno è più nuovo o meno nuovo e tutti abbiamo le stesse responsabilità. Ecco perché il centrodestra ha proposto un programma che è risultato essere il più votato lo scorso 4 marzo. Con un Governo che parta da questo programma, scelto dagli italiani, e con un ruolo centrale di Forza Italia, si può lavorare in modo serio e concreto per il bene del paese fermo restando che sui costi della politica saremo da subito attivi per ridurre gli sprechi».
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