“Ho letto sulla stampa la giusta esortazione del sindaco Falcomatà nei confronti di Trenitalia, affinché reintegri un dipendente che aveva segnalato e denunciato la presenza di eternit nella propria azienda per poi essere coinvolto in un procedimento di licenziamento. A questo lavoratore va tutta la mia solidarietà e stima per aver interpretato in maniera encomiabile il suo ruolo e spero, dunque, che l’iter che lo riguarda possa espletarsi in maniera positiva. Nel contempo, però, auspicherei che la stessa attenzione il primo cittadino la rivolgesse nei confronti dei dipendenti attuali, e soprattutto degli ex, di AVR S.p.A., che si occupa dell’igiene urbana sul territorio comunale per conto di Palazzo San Giorgio. Ben venga che Falcomatà sia addentro alle problematiche lavorative dei suoi concittadini, come dimostra il caso Pulitanò, ma crediamo che il doppio della solerzia debba essere garantito nei riguardi di operatori che svolgono, o hanno svolto, le loro mansioni proprio per conto del nostro comune. I lavoratori di Avr stanno vivendo delle situazioni molto particolari che ovviamente si irradiano alle loro famiglie, in un contesto socio economico che si potrebbe definire, senza sbagliare, drammatico come, appunto, quello reggino. In estrema sintesi, stiamo parlando di licenziamenti ingiusti, condizioni lavorative precarie affinché si possa svolgere il servizio in tranquillità (tra cui l’utilizzo di mezzi non consoni al tipo di mansione), riconoscimento di malattia professionale da parte degli Enti competenti (ricordiamo che alcuni di loro, in piena emergenza rifiuti, hanno lavorato senza soluzione di continuità e in condizioni non idonee e salubri per quel difficile momento) cui è seguita, ugualmente, la risoluzione del contratto. A tali licenziamenti, alcuni dei quali annullati dal Tribunale, corrispondo, viceversa, assunzioni di altro personale, però a tempo determinato e siglate non su base del contratto Fise Assoambiente (che scandiva il rapporto lavorativo degli ex dipendenti), bensì su formule diverse che nulla hanno a che vedere con il settore ambiente: in altre parole per niente attinenti al ruolo svolto, con tutte le conseguenze del caso, ma molto meno onerose per l’azienda. Una situazione, quella appena descritta che non riguarda solo Reggio, com’è facilmente intuibile leggendo la cronaca delle altre città italiane dove Avr ha un appalto. Ecco, quindi, che la preoccupazione immediata, nata proprio ascoltando le istanze dei diretti interessati, è che questo possa rappresentare un modus operandi della società, improntato a sottopagare il lavoro, a garantire un’organizzazione a basso costo e non rispettare le normative in materia di igiene. E’ perciò fondamentale che l’amministrazione comunale, con in testa il primo cittadino, metta in atto tutte le azioni possibili che siano propedeutiche a far proprie le giustificabili apprensioni che i dipendenti, e gli ex, continuano ad esternare. Ciò per evitare ulteriori perdite di lavoro (ipotesi che Reggio non può assolutamente permettersi), e per tutelare la sicurezza di chi opera e dell’intera comunità reggina, essendo, quello dell’ambiente, un settore altamente delicato e di profonda responsabilità”.
Tilde Minasi, già consigliere regionale