Reggio Calabria, Misefari e Serranò: Trenitalia, dopo la bonifica è l’ora della prevenzione sanitaria

«Terminate le operazioni di bonifica delle lastre in cemento-amianto rimosse dal tetto dell’ impianto di manutenzione di Via Mercalli della Società Trenitalia, occorre ora dare inizio al programma di prevenzione clinica e strumentale a favore dei lavoratori che da anni operano nella struttura e che temono per la loro salute». Lo dichiarano congiuntamente in una nota stampa il consigliere delegato dal sindaco Falcomatà alla sanità Valerio Misefari e la consigliera Paola Serranò promotrice della campagna comunale di bonifica dall’amianto Salvaguardiamoci. Continua la nota: «Si sa che i tempi di latenza, dall’esposizione alla comparsa delle malattie amianto correlate sono molto lunghi, circa 20 anni, qualche caso di Mesotelioma pleurico infatti è stato diagnosticato tra coloro che hanno lavorato presso l’impianto negli anni passati. Proprio per questo la Società Trenitalia deve rompere gli indugi e sottoporre i suoi dipendenti ad accertamento radiografico per scongiurare rischi di malattie polmonari da amianto. Lo chiedono i lavoratori per voce dei loro rappresentanti sindacali». Proseguono i consiglieri Misefari e Serranò: «Facendo nostre le ripetute richieste dei rappresentanti sindacali dei lavoratori di Via Mercalli, invitiamo la Società Trenitalia ad ottemperare a questo obbligo di legge a favore di tutti i lavoratori attualmente in servizio presso l’impianto di manutenzione». Nel prosieguo della nota gli stessi delegati chiedono alla Direzione generale dell’ ASP di Reggio Calabria di sottoporre a valutazione specialistica pneumologica quei lavoratori dipendenti di Trenitalia attualmente in pensione che hanno lavorato presso l’impianto medesimo. I consiglieri ritengono sia una doverosa precauzione di cui la collettività debba farsi carico poiché la problematica amianto ha una rilevanza sociale. Di converso rassicurano la popolazione residente nelle vicinanze dello stabile che non corrono maggior rischio rispetto a chi abita più lontano. Non vi è infatti evidenza scientifica che obblighi l’ Istituzione sanitaria pubblica a sottoporre a screening oncologico gli abitanti della zona. Manifestano inoltre la loro vicinanza al Sig. Antonino Pulitanò ferroviere e sindacalista che non ha esitato di denunciare pubblicamente Trenitalia per il ritardo con cui ha dato avvio ai lavori di bonifica. Volendo tutelare la salute dei lavoratori non ha tutelato se stesso ed è stato licenziato. «Auspicamo che la Magistratura faccia luce sulla vertenza – concludono Misefari e Serranò – e consenta al sindacalista Pulitanò il ripristino delle sue funzioni o l’acquisizione dei benefici pensionistici».

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