Tiangong 1: la stazione spaziale cinese si schianterà sulla Terra

Tiangong 1 (che significa “Tempio del Cielo”) è il primo laboratorio orbitale  lanciato nello spazio dalla Cina il 29 settembre 2011. Fa parte del ben più ampio Programma Tiangong diviso in tre fasi  per permettere di realizzare in modo graduale gli obiettivi cinesi :

  • La fase 1, che consisteva nel portare il primo uomo di nazionalità cinese in orbita intorno alla Terra
  • La fase 2, che consisteva nello spedire in orbita un laboratorio spaziale, abitato per brevi periodi e lasciato senza equipaggio per la maggior parte della sua missione
  • La fase 3, che consisteva nello spedire in orbita un laboratorio spaziale più grande ed abitato costantemente.
  • L’ obiettivo finale espresso dalla Cina è  l’ adesione alla Stazione Spaziale Internazionale gestita come progetto congiunto da cinque diverse agenzie spaziali: la statunitense NASA, la russa RKA, l’europea ESA (con tutte le agenzie spaziali correlate), la giapponese JAXA e la canadese CSA-ASC e dedicata alla ricerca scientifica nei principali campi che comprendono: la medicina spaziale, la biologia, (con esperimenti biomedici e sulle biotecnologie), la fisica (compresa la meccanica dei fluidi e la meccanica quantistica), la scienza dei materiali, l’astronomia (inclusa la cosmologia) e la meteorologia.
Terra e Sole di LoganArt da Pixabay

Nel 2016 i cinesi hanno perso il controllo del modulo Tiangong 1. La stazione spaziale cinese Tiangong-1 sta facendo il suo rientro incontrollato nell’atmosfera e si prevede che alcuni frammenti infuocati potrebbero cadere dopo il suo impatto anche nel nostro Paese «tra il 28 marzo e il 4 aprile ». A confermarlo è la Protezione Civile che, insieme all’Agenzia spaziale italiana, sta monitorando la situazione e ha diramato una circolare ai ministeri e alle regioni italiane. Allo stato attuale, quello che appare certo è che la Tiangong-1 si distruggerà nell’atmosfera per poi disperdersi in una fascia compresa fra -44°S e +44°N di latitudine. Un’area molto ampia e «costituita in gran parte da oceani e deserti, ma il cui raggio di impatto include anche zone di Stati Uniti, Brasile, India, Cina e Italia». La parte del nostro paese interessata è quella centro-meridionale, più o meno dall’Emilia Romagna in giù. Aerospace ha avvertito inoltre che la stazione spaziale potrebbe trasportare un combustibile altamente tossico e corrosivo chiamato idrazina. Il direttore dell’Ufficio dei detriti spaziali ESA ha sottolineato che “ogni anno tra le 70 e 80 tonnellate di detriti spaziali cadono in media in modo incontrollato”. Non sarà dunque né la prima né l’ultima volta che si parla di questi eventi ma non esistono comportamenti di autotutela codificati in ambito internazionale da adottare a fronte di questa tipo di eventi. La Protezione civile ha inserito sul proprio sito una serie di indicazioni, sulla scorta delle informazioni ad oggi disponibili attraverso la comunità scientifica. È poco probabile – viene sottolineato – che i frammenti causino il crollo di edifici, che quindi sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti: si consiglia di stare lontani dalle finestre e porte vetrate, mentre i frammenti potrebbero causare danni perforando tetti e solai. “È molto più comune essere colpiti da un fulmine” che da un oggetto spaziale, ha detto a NBC il principale ingegnere del Aerospace Orbital and Reentry Debris Studies, William Ailor. Si consiglia altresì, in linea generale, a chiunque avvistasse un frammento, di non toccarlo ,  di mantenersi a un distanza di almeno 20 metri e  d segnalarlo immediatamente alle autorità competenti”.

MS

 

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