Il 22 Marzo è la Giornata Mondiale dell’Acqua dal 1992, anno in cui alle Nazioni Unite decisero di interessassi non solo formalmente al problema dell’acqua nel Mondo, prevalentemente in relazione all’accesso all’acqua dolce e alla sostenibilità degli habitat acquatici. “Le agenzie promotrici e le organizzazioni non governative hanno messo in luce il fatto che un miliardo di persone non hanno accesso all’acqua pulita, e che la struttura patriarcale, dominante in certi Paesi, determina la priorità nella fruizione dell’acqua disponibile” (wikipedia). L’UNICEF, riporta nelle sue statistiche, la morte di 700 bambini al giorno su scala planetaria per malattie legate all’acqua non pulita e alle scarse condizioni igienico-sanitarie. L’acqua contaminata causa decessi per malattie quali: il colera, la dissenteria, il tifo, la poliomielite e la diarrea. Nel Nostro Paese, quasi ovunque, l’acqua esce limpida dai rubinetti ma il business dell’imbottigliamento frutta miliardi, circa 10 dalle ultime stime, alle aziende private e pochissimo invece alle Regioni che concedono le fonti ( i canoni di concessione pagati dalle imprese raggiungono al massimo i 2 millesimi di euro al litro, un costo di 250 volte inferiore rispetto al prezzo medio di vendita dell’acqua in bottiglia ) (cit La Repubblica). Se non si attuerà una strategia seria, di gestione e sfruttamento sostenibile delle risorse idriche, le previsioni dei prossimi 30 anni (2050) si conteranno circa 5 miliardi di persone che patiranno la carenza di acqua, bene primario per l’alimentazione così come per la produzione di materie prima, per almeno un mese all’anno.
FMP