Una proposta di legge regionale che cerca di porre la parola fine alla vicenda iniqua dei lavoratori ex-multiservizi non appartenenti al bacino Lsu-Lpu di Reggio Calabria. Tutti ricordiamo la triste vicenda che ha portato allo scioglimento della società Multiservizi della città e, soprattutto, alla perdita del posto di lavoro per centinaia di reggini. Il numero di questi operatori era costituito per circa la metà dagli addetti del comune provenienti dai lavori socialmente utili e dai progetti di pubblica utilità, e per l’altra metà da personale assunto dalla stessa società partecipata. Per i primi, grazie alla legge regionale n. 31 dell’8 novembre 2016, è stato possibile il reintegro nel bacino regionale e per la restante parte, purtroppo, niente è stato fatto. Grande amarezza e disperazione assoluta per i lavoratori in questione e, soprattutto, per le loro famiglie. Ed è proprio su questo lato della vicenda che la proposta di legge depositata in segreteria assemblea del consiglio regionale, condivisa pienamente e firmata insieme al collega Seby Romeo, intende intervenire, ricollocando, come già era, i lavoratori provenienti dalla stessa società partecipata allo steso livello dei colleghi fatti rientrare nei ranghi di provenienza. La stesura normativa è stata possibile grazie al riferimento di un protocollo d’intesa che era stato stilato in precedenza tra la regione Calabria ed il comune di Reggio Calabria per consentire un intervento economico che “formasse professionalmente” tutti gli addetti della società Multiservizi, senza distinzione alcuna, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali esistenti. Infatti, tale lascito finanziario regionale, è stato calcolato sulla base dell’intera pianta organica, senza distinguo alcuno con gli Lsu-Lpu, allo scopo di ricollocare l’intera forza lavoro. La finalità mancata di tale provvedimento, purtroppo, si è in parte palesata con la legge r. n. 31 che non consentiva, non per disponibilità finanziaria ma per norma legiferata, il salvataggio di predette unità. Oggi, mantenendo le caratteristiche iniziali con cui questi lavoratori “sfrattati” erano parificati agli Lsu-Lpu all’interno della società mista, e riponendo la legittimità del protocollo sancito dai due enti locali come principio ispiratore della legge, si intende ridare dignità ai lavoratori e speranza nel futuro alle loro famiglie. La burocrazia regionale, talvolta, deve osare all’interno del panorama legislativo vigente, e, pur forzando nella propria interpretazione alcuni aspetti normativi, deve restare sempre fedele ai principi fondamentali della nostra Costituzione: art. 4, La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Deputato Francesco Cannizzaro