Nel 2016, in Italia, quasi una persona su 4 era a rischio povertà. L’ indagine condotta da Bankitalia , esaminando le varie voci incidenti sui bilanci delle famiglie , rileva che:
Reddito. Il reddito annuo familiare risulta pari a 30.700 euro,considerato al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali. E’ in linea con la precedente indagine, mentre a crescere in modo più consistente per la prima volta dall’esplosione della crisi è il reddito medio equivalente, un valore che meglio misura il benessere economico individuale tenendo conto della dimensione familiare e delle economie di scala che ne derivano e che è salito, al 23%, dal 19,6% degli anni precedenti. Cresce anche la quota di famiglie che dichiarano di essere riuscite a risparmiare, e al contempo diminuisce la quota di quelle che dichiarano di arrivare con fatica alla fine del mese.Ma “la crescita del reddito equivalente reale non è uniforme tra gruppi socio-demografici”, sottolinea la Banca d’Italia: va meglio alle famiglie con lavoratori dipendenti e pensionati, mentre continua a calare il reddito degli autonomi.
Disuguaglianza. L’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane” rileva una crescita consistente della disuguaglianza e delle persone con reddito equivalente inferiore al 60% di quello mediano, la cui soglia è in genere usata per individuare il rischio di povertà ( nel 2016 corrispondeva a circa 830 euro mensili). Stranieri, giovani, meridionali, meno istruiti sono maggiormente a rischio, e lo sono anche le loro famiglie. Negli ultimi dieci anni, ricorda la Banca d’Italia, il livello di disuguaglianza misurato dall’indice di Gini è aumentato di 1,5 punti percentuali.
Ricchezza. Le disuguaglianze si riscontrano anche nella ricchezza, la ricchezza media delle famiglie corrisponde a circa 206.000 euro, ma il valore mediano è di gran lunga inferiore, 126.000, per via della grande asimmetria nella distribuzione. Il 30% più povero delle famiglie detiene appena l’1% della ricchezza nazionale; tre quarti di queste famiglie sono anche a rischio povertà. Mentre il 30% delle famiglie più ricche detiene circa il 75% del patrimonio netto degli italiani, con una ricchezza netta media pari a 510.000 euro. Peraltro oltre il 40% di questa quota è detenuta dal 5% più ricco, che ha un patrimonio netto pari in media a 1,3 milioni di euro.
Casa e attività finanziarie. Gli immobili di proprietà sono ancora lo zoccolo duro della ricchezza degli italiani (è proprietario della casa in cui vive il 70% delle famiglie). Il loro valore in media è diminuito del 7% rispetto al 2014 e del 23% rispetto al 20016. Sale invece la quota delle famiglie che detengono attività finanziarie: anche qui, c’è un forte squilibrio nella distribuzione.
Debito al consumo. Non cambia la quota di italiani indebitati con un mutuo, mentre si riduce il debito al consumo, ma solo nelle famiglie nelle quali il capofamiglia ha oltre 45 anni d’ età. Nel 2016 è indebitato con un mutuo immobiliare il 28% delle famiglie, con una rata media annua di 7.300 euro che incide sul reddito per il 14%. L’11% delle famiglie indebitate deve pagare una rata superiore al 30% del proprio reddito.
MS