Reggio Calabria, 10 marzo 2018 – 16 mesi di battaglie, di tavoli istituzionali e di impegno anche divulgativo e analitico non sono bastati per far comprendere alla stragrande maggioranza dei reggini che non è in gioco solo la mobilità e l’aeroporto, ma lo sviluppo del turismo e dell’intera città. Bergamo, Pisa, Reggio Emilia, con l’alta velocità, hanno avuto uno sviluppo incredibile, anche dal punto di vista della creazione di nuovi posti di lavoro. Non è stato possibile far capire a tutti che, in una democrazia autentica occorre l’impegno continuo, consapevole e responsabile della cittadinanza. Troppe deleghe in bianco hanno prodotto il disastro in tutti i campi, specialmente sull’aeroporto, devastato da decenni di clientelismo e di incapacità, con il silenzio se non la complicità di molti. Tutti siamo colpevoli di questo sfaccio, non solo una classe politica indecorosa e indefinibile, incapace di esprimere un ministro eletto in tutta la storia repubblicana (di destra, centro o sinistra. Giuseppe De Nava lo è stato, infatti, solo nel Regno d’Italia). Non si capisce ancora che si otterrebbe molto di più rivendicando diritti, piuttosto che mendicando favori. Occorre, comunque evidenziare che c’è un numero di persone che crede ancora nel cambiamento e ci mette la faccia e le proprie energie. Sono stati, infatti, commoventi i cittadini che nell’ultima mobilitazione si sono fermati fino a tardi per urlare la propria rabbia e la propria voglia di cambiamento in piazza Italia, prima, e davanti all’ingresso della prefettura dopo. I cambiamenti, però, avvengono per gradi, specialmente in un contesto come il nostro, che si distingue per malaffare, arroganza, fatalismo, mancanza di lavoro e incapacità. Senza voli pindarici, occorrerebbe allargare sempre più quella parte di cittadini autentici, fino a costituire un nocciolo duro di almeno 500 persone. E’ una cosa possibile e auspicabile. In questo, però, occorre il contributo di tutti, a partire dalle Scuole e dalle Università, fondamentali per far crescere teste pensanti e cittadini autonomi e responsabili, dai mass media, che devono svolgere a pieno il ruolo di informazione e di denuncia, e dalle Associazioni di categoria e no, che magari singolarmente svolgono un lavoro positivo, ma assolutamente insufficiente senza un’idea di fondo, senza un percorso comune e sinergico. Le potenzialità dell’Area dello Stretto, la sua collocazione al centro del Mediterraneo, la struttura orografica della provincia richiedono un aeroporto funzionale e moderno. Un scalo che sarebbe in grado di funzionare e di essere finanziariamente autonomo se ben gestito e se diventa davvero lo scalo dello Stretto, con il collegamento funzionale e il coinvolgimento concreto e di Messina e delle isole Eolie. Tutto sarebbe più semplice se si realizzasse l’area integrata dello Stretto, fra due città fortemente caratterizzate e complementari. Il sottoscritto è impegnato su questo fronte e sulla crescita dei ragazzi come cittadini autentici da anni . Si è fatto promotore di progetti specifici e di idee, fin dal lontano 1995. Il video realizzato da Loredana Calvo, per Ballarò, https://www.facebook.com/loredana.calvo.5/videos/1719375368082997/, spiega meglio di qualunque trattato l’importanza di uno scalo funzionale e l’incapacità dei nostri politici e della cittadinanza, che ha il torto di non fa sentire il proprio fiato sul loro collo. La Polonia, che sta gestendo bene i fondi europei e ha capito l’importanza degli aeroporti, sta decollando, noi stiamo affondando. Guardatelo con attenzione, illustra chiaramente a cosa potrebbe servire il nostro scalo ristrutturato e ben gestito. Chiudete gli occhi e immaginatevi come potrebbe diventare Reggio con una classe dirigente capace come quella polacca. Il Comitato ha svolto, finora, un lavoro fondamentale e coraggioso, scrivendo pagine importanti. Deve continuare a farlo e deve essere sostenuto da tutti, con fiducia e lealtà. Il sottoscritto continuerà a farlo, seppure da supporter esterno. Per vari motivi, ha presentato le proprie dimissioni da vice presidente, da responsabile della comunicazione e dal Comitato stesso, ritendendo che sia giusto lasciare spazio a soggetti più giovani. Continuerà a impegnarsi socialmente, con e per i giovani con la propria Associazione Nazionale “Neda Kairos”. Un Paese può cambiare solo dà alle nuove generazioni la possibilità di misurarsi con i problemi e di crescere. Per questo la scuola non può limitarsi a fare, anche se bene, solo cittadinanza attiva teorica quando sono in gioco il bene comune e il loro futuro, deve consentire loro di dare un contributo concreto.
Il Presidente dell’Associazione Nazionale “N. Kairos”, Antonino Sergi