Quanto pesa lo stato di salute dell’ambiente sul rischio di sviluppare determinate malattie? E quali sono gli effetti di polveri sottili, biossido di azoto e biossido di zolfo sul nostro DNA? Lo indica la prima indagine basata sull’analisi del Dna di oltre mille individui, condotta in Canada, dal gruppo dell’Ontario Institute for Cancer Research, guidato da Philip Awadalla e pubblicata sulla rivista Nature Communications. Confrontando Dna simili di individui che vivono in zone diverse, e quindi sono esposti a livelli differenti di inquinamento, i ricercatori hanno scoperto che le sostanze inquinanti influenzano l’accensione o lo spegnimento di alcuni geni piuttosto che altri, aprendo la strada soprattutto a malattie cardiache e respiratorie. Inoltre è stato scoperto che l’impatto dell’ambiente sui geni prevale sulla stessa predisposizione genetica al rischio di contrarre queste malattie. “L’impatto dell’ambiente sui geni – ha affermato il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata,- è paragonabile a un vestito, che il Dna può mettere o togliere. Mentre il Dna è scritto a penna e non si può cambiare, il ‘vestito’ è scritto a matita e si può cambiare o con farmaci, oppure modificando ambiente e stili di vita”. Secondo l’esperto, lo studio dimostra anche quanto siano importanti i progetti sul Dna delle popolazioni, come Genome Canada, alla base dell’indagine. Per questo, ha aggiunto, anche in Italia “noi genetisti invochiamo da anni il progetto Genoma Italia”.
MS