Davide Astori è deceduto a causa di una «morte cardiaca senza evidenze macroscopiche, verosimilmente su base bradiaritmica». Il cuore del capitano della Fiorentina ha lentamente rallentato il suo battito, fino a fermarsi. Sono queste le prime conclusioni dell’autopsia eseguita da Gaetano Thiene, direttore Centro di patologia vascolare dell’Università di Padova, e dall’ anatomopatologo, professore di medicina legale all’Università di Udine, Carlo Moreschi. Per chiarire le cause di morte del calciatore e che cosa ha provocato l’aritmia fatale sarà però necessario attendere gli esami genetici.
Cos’ è la bradiaritmia?
Ma è anche vero che la brachiaritmia è un tipo di disturbo caratteristico degli atleti, di quelli molto allenati il cui cuore ha un battito più lento del normale, intorno ai 50-60 battiti al minuto. «In questi casi – spiega il professore Valerio Sanguigni, cardiologo e docente di Medicina interna all’Università di Roma Tor Vergata – il ritmo del cuore può scendere molto al di sotto di una soglia di sicurezza, soprattutto durante la notte con conseguenze anche fatali». Il problema nasce quando il battito del cuore, durante il sonno scende fino a 30-35 battiti al minuto. «In questi casi – aggiunge – le pause tra un battito e l’altro possono essere troppo lunghe e portare o a un arresto cardiaco, oppure alla interruzione di ossigenazione del cervello con conseguente ischemia». Nei casi più gravi questo problema si può correggere con lo stop immediato dalle attività sportive e con l’applicazione di pacemaker.
MS