Il nuovo Indice di Percezione della Corruzione (CPI) di Transparency International, dimostra come l’Italia ha fatto un piccolo passo in avanti rispetto all’anno precedente ed al passato in generale. Siamo 54° su 180 Paesi censiti, abbiamo scalato solo 6 posizioni, a fronte di ingenti operazioni delle forze dell’ordine e della magistratura, il nostro Paese rimane molto indietro dalla zona di vivibilità, nonostante il CPI apprezzi gli sforzi italiani che risulterebbero essere in controtendenza nei confronti di altri stati che anzichè migliorare peggiorano il loro ranking. Una triste consolazione, in quanto solo se le cose continuassero a migliorare tra 10 anni potremmo essere annoverati i paesi modello. A livello europeo l’Italia è solo 25° su 31, impossibile pensare quindi ad una ripresa economica se persiste questo stato di corruzione. Squallida politica di basso rilevo, nel nostro Paese, vorrebbe fare passare il piccolo miglioramento per un grande risultato, nonostante il problema della corruzione sia stato messo più volte al centro dei programmi di molti partiti. I più virtuosi nella classifica di Transparency International sono: Danimarca e Nuova Zelanda, con 89 e 88 punti rispettivamente, mentre i peggiori sono due stati africani: il Sud Sudan e Somalia.
Fabrizio Pace