Al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, che “Buona Scuola”

L’alternanza scuola – lavoro,  una risorsa di sviluppo per la società. Il direttore Carmelo Malacrino, martedi e mercoledi a Roma, per la promozione del progetto

 

Prosegue con successo, al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, il progetto formativo dell’Alternanza scuola-lavoro, reso obbligatorio con la legge n. 107/2015, cosiddetta della Buona Scuola. Oltre 200 studenti di diversi istituti scolastici del territorio reggino sperimentano la fertilità educativa di questa modalità didattica innovativa, che mira a consolidare le conoscenze acquisite a scuola attraverso l’esperienza pratica, testando sul campo le attitudini dei ragazzi per trasformarle in competenze, anche professionali e di lavoro. Il direttore del MarRC, Carmelo Malacrino, commenta così quest’attività formativa: «Il Museo ha tra i suoi compiti di contribuire allo sviluppo della comunità del territorio. È questo che cerchiamo di fare, con un lavoro di squadra attento e qualificato, mettendo a frutto le risorse che abbiamo. L’Alternanza scuola-lavoro è certamente una ricchezza. Ci permette di offrire migliori servizi al pubblico ed è una esperienza di crescita per tanti giovani, che rappresentano il futuro della nostra regione». Il direttore Malacrino sarà a Roma, domani, martedi 20 febbraio e mercoledi 21, per una serie di appuntamenti istituzionali del MiBACT nell’ambito della promozione. Tra questi: il Convegno alla Camera dei Deputati “Italia, superpotenza turistica” (martedi 20) e la presentazione dei “Fumetti nei Musei” presso l’Istituto Centrale per la Grafica (mercoledi 21). «Il nostro Museo offre a questi ragazzi una formazione integrale. Li introduce alla conoscenza del patrimonio storico-artistico della nostra regione, rafforzando in loro l’orgoglio di appartenenza. Queste conoscenze sono poi trasmesse ad altri nell’attività che gli studenti svolgono qui al MarRC, come guide, per la digitalizzazione delle schede o per il restauro», dichiara Giacomo Oliva, il funzionario responsabile, che fin dall’inizio del progetto coordina gli “alunni a lavoro”. «Questa esperienza aiuta lo sviluppo armonico dei ragazzi, in una educazione alla vita, attraverso una sana socializzazione. Imparano a interagire con il pubblico e a lavorare in squadra. Apprendono nuove informazioni e addestrano una competenza linguistica, sentendosi utili alla società», continua Oliva. «Insegno a comunicare in modo efficace. Dico che la comunicazione è una “seduzione”: bisogna guardare l’interlocutore negli occhi, accoglierlo con un sorriso e vestirsi con decoro. I risultati sono lusinghieri – conclude –. Gli allievi sono soddisfatti, quando vanno via piangono per il dispiacere che quest’esperienza si sia conclusa. Gli insegnanti ne apprezzano l’efficacia educativa e tutti noi ne traiamo un vantaggio per la condivisione dei saperi».

 

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