Il rapporto dell’Unama, la missione delle Nazioni Unite di assistenza in Afghanistan, evidenzia che nel 2017 oltre 10mila civili sono morti o hanno riportato ferite a causa del conflitto nel Paese. Nel dettaglio le vittime sono state 10.453, di cui 3.438 morti e 7.015 feriti, il 9% in meno rispetto al 2016. Aumenta però il numero di persone uccise in attentati, il 17% in più rispetto sempre al 2016; si contano 57 attacchi suicidi e altre forme di attentato che hanno causato 605 morti e 1.690 feriti, diventando la principale causa di morte e lesioni. Scendendo nel dettaglio le vittime di esplosioni, seguite dall’attacco di insorti, sono il 22% del totale; le Nazioni unite riferiscono che è “il bilancio più pesante mai registrato in un solo anno da quando la missione di assistenza dell’Onu ha iniziato a documentare le vittime civili del conflitto afgano nel 2009”. Sempre nel rapporto si legge che le Nazioni Unite hanno suddiviso così le vittime: il 65%, ai ribelli di cui il 42% ai talebani, il 10% all’Isis e il 13% indeterminato; il 13% alle forze governative ed il 2% alle forze internazionali. Con l’aumento dei raid aerei statunitensi e afgani contro le postazioni talebane e dell’Isis, le vittime non volute o causate da errore sono il 7% in più rispetto al 2016, con 295 morti e 336 feriti. Secondo i dati del rapporto, la maggior parte delle vittime è stata causata dalle forze statunitensi, le uniche nella coalizione occidentale a condurre operazioni aeree: in particolare i bombardamenti americani hanno ucciso 154 persone e ferito 92 civili in 49 operazioni. Il numero di donne e bambini colpiti da questi attacchi è in aumento, anche se, ha stimato l’Onu, “il rapporto tra il numero di raid e il numero di vittime mostra un miglioramento delle procedure”. Zeid Raad Al Hussein, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha commentato: “la gente viene uccisa durante le attività quotidiane, quando viaggia in autobus, prega alla moschea o semplicemente perché passa vicino a un edificio”; mentre gli autori del rapporto insistono che “la cosa più preoccupante è l’aumento degli attacchi indiscriminati su aree densamente popolate” in particolare a Kabul, città in cui si è registrato il 16% del numero totale di vittime nel 2017. (fonte unama.unmissions.org)